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Minerva Ginecologica 2003 February;55(1):43-50
Copyright © 2003 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
Indicazioni alla terapia ormonale sostitutiva
Mainini G., Festa B., Festa G., Messalli E. M., Ragucci A.
Obiettivo. Scopo dello studio è la valutazione delle indicazioni e delle controindicazioni, nonché dell'opportunità e della compliance, di un trattamento ormonale sostitutivo in donne in climaterio, che, per la cessazione dell'attività ovarica, vanno incontro a perdita dello stato di benessere, attuale o futuribile che sia.
Metodi. Gli Autori riportano una casistica costituita da 602 donne che hanno frequentato il Centro Menopausa della II Divisione del Dipartimento di Ginecologia ed Ostetricia della Seconda Università degli Studi di Napoli nel periodo che va dall'1/12/1998 al 10/4/2001. Essi illustrano, inoltre, la metodologia diagnostica adottata ed indicano i motivi di un'eventuale prescrizione ormonale sostitutiva. Le pazienti che non presentano controindicazioni sono state valutate in rapporto all'entità della sindrome climaterica ed alla prevedibilità di una futura patologia legata alla carenza estrogenica. L'intensità della sintomatologia è stata valutata in base al nomogramma di Kuppermann.
Risultati. La cessazione dell'attività ovarica è avvenuta tra i 40 e i 45 anni nel 16,9% dei casi mentre prima dei 40 anni nel 5,9% dei casi. I casi in cui era presente una sindrome climaterica sono 147 pari al 24,2%. Le donne che presentano un rischio cardiovascolare rappresentano una percentuale considerevole (27,1%). Alto appare il numero delle donne portatrici di rischio osteoporotico: 223 pari ad una percentuale del 37,0%. La terapia sostitutiva, pur avendo numerosissime indicazioni, viene prescritta in circa la metà delle pazienti. Si mette in rilievo, inoltre, la prudenza dei sanitari nel prescrivere l'HRT e la diffidenza delle donne a praticarla. Tra le note controindicazioni alla terapia ormonale sostitutiva primeggiano quelle relative al rischio mammario.
Conclusioni. La terapia ormonale sostitutiva è stata prescritta solo alla metà circa delle donne giunte all'osservazione, sia per la prudenza dei sanitari che considerano tassative anche controindicazioni relative, sia per la diffidenza di una percentuale di donne verso la terapia stessa. Le terapie alternative all'HRT sono, di fatto, una seconda scelta valida, soprattutto nella prevenzione della osteoporosi.