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Minerva Ginecologica 1999 May;51(5):165-8
Copyright © 1999 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
Valutazione della specificità della cardiotocografia nella diagnostica antepartum
Corosu R., Moretti S., Esposito M.
Obiettivo. Negli ultimi anni, un più accurato monitoraggio della gravidanza e del parto, ha consentito una riduzione della mortalità perinatale. Tra i vari metodi utilizzati per fare diagnosi di distress fetale il più usato è la cardiotocografia, effettuata di routine sia durante la gravidanza che durante il travaglio. La cardiotocografia presenta però dei limiti: non ha ridotto la frequenza delle sequele neurologiche, può dare falsi positivi e/o negativi e dipende nell'interpretazione dall'esperienza dei medici.
Obiettivo del nostro studio è stato valutare la specificità del monitoraggio elettronico della frequenza cardiaca fetale (FCF) nella diagnostica antepartum.
Metodi. Abbiamo seguito 53 donne nell'ultimo periodo di gestazione e valutato l'esito delle gravidanze confrontandolo con il tipo di tracciato CTG presentato e con i risultati degli altri esami effettuati nel corso del III trimestre (ecografia, velocimetria).
Risultati. Dall'esame dei dati in nostro possesso si evidenzia che i metodi di rilevazione del distress fetale non sono, attualmente, completamente significativi.
Conclusioni. In base alla nostra esperienza, avvalorata dai dati della letteratura, si può affermare che la cardiotocografia presenta una scarsa specificità nei confronti della diagnosi di sofferenza fetale, ma nonostante ciò rimane il metodo più attendibile per la diagnosi di sofferenza fetale acuta. Il monitoraggio della gravidanza necessita di una valutazione globale delle tecniche diagnostiche che la clinica ci mette a disposizione.