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Minerva Medica 2005 April;96(2):121-4

Copyright © 2005 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Inglese

Il presente e il passato di: «Cosa compiace il Signore: una storia aggiornata del concetto di placebo»

Gensini G. F., Conti A. A., Conti A.


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Nella tradizione ecclesiastica, nella preghiera di stampo medievale, il termine ''Placebo'' indicava la promessa di compiacere il Signore. L'espressione ''Placebo Domino'' (''Compiacerò il Signore'') era l'inizio di un famoso passaggio di una traduzione della Sacra Bibbia risalente al 5° secolo. Fu nella seconda meta del XVIII secolo che il termine Placebo divenne parte integrale del vocabolario medico-farmacologico e, infatti, il Lexicon di Quincy (1787) lo definì come un rimedio utilizzato più per compiacere le persone che per guarirle. Per secoli i placebo sono stati considerati alla stregua di preziose terapie ingannevoli e, sino al 1945, essi erano generalmente ritenuti un modo di gestione del paziente moralmente accettabile. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, per chiarire il loro ruolo reale, fu sottolineato chiaramente che era necessaria una valutazione critica della funzione dei placebo. A seguito di questo richiamo metodologico, negli anni successivi furono proposti diversi studi sui placebo e, nel 1955 HK Beecher pubblicò sulla rivista JAMA un lavoro dal titolo ''The Powerful Placebo'' (Il Potere del Placebo), nel quale egli concludeva che i placebo avevano un alto grado di efficacia terapeutica. I dati recenti evidenziano come, al contrario, i placebo non hanno effetto clinico importante e come dovrebbero essere chiaramente riconosciuti i limiti della loro applicazione.

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