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Minerva Medica 2002 February;93(1):13-26
Copyright © 2002 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
The use of antithrombotic drugs in older people
Tufano A., Cerbone A. M., Di Minno G.
Gli individui anziani (di età superiore a 65 anni) contribuiscono in larga percentuale ai decessi secondari a infarto del miocardio (MI) e a incidente vascolare acuto cerebrale. Anche l'incidenza della tromboembolia venosa (VTE) è più elevata nei soggetti di età superiore a 65 anni. Tuttavia, il rischio di complicanze emorragiche nei pazienti in terapia antitrombotica aumenta con l'età e in situazioni cliniche quali disordini cognitivo/psichiatrici, traumi, ipertensione o scarsa compliance alla terapia, che sono comuni fra gli anziani. Pertanto, è necessario valutare con attenzione il rapporto rischio-beneficio della terapia antitrombotica negli anziani. I farmaci antipiastrinici costituiscono il trattamento di prima scelta nella riduzione del rischio e nella prevenzione delle recidive di ischemia cerebrale acuta e MI nei pazienti geriatrici portatori di angina stabile/instabile, o con storia di MI, TIA/ischemia cerebrale acuta o di arteriopatia periferica. L'aspirina è il farmaco antipiastrinico maggiormente utilizzato. A questo fine, il Clopidogrel appare più sicuro e efficace dell'aspirina. Anche nell'anziano, l'associazione di eparina e aspirina rappresenta la terapia di prima scelta dell'angina instabile e del MI non-Q. Le eparine a basso peso molecolare (LMWHs) si sono dimostrate altrettanto efficaci dell'eparina classica in questa indicazione. In assenza di controindicazioni, anche nell'anziano può essere presa in considerazione la trombolisi per trattare un MI acuto. Per il trattamento della tromboembolia venosa acuta (VTE), sono altrettanto efficaci l'eparina classica, per via endovenosa o sottocutanea, e le LMWHs. In conseguenza del limitato rapporto rischio/beneficio, i farmaci antitrombotici non sono raccomandati per trattare la trombosi venosa profonda (DVT) negli anziani.
Viceversa, dovrebbero essere limitati ai pazienti giovani e a quelli con embolia polmonare massiva (PE). Nel trattamento a lungo termine della VTE, la warfarina costituisce il farmaco di prima scelta (INR 2,0-3,0) anche negli anziani. In questi, a causa della nota ipersensibilità agli anticoagulanti orali, sono necessari dosaggi più bassi di warfarina. Per quanto riguarda la prevenzione della VTE in ambiente chirurgico, nei pazienti con rischio basso-moderato, oppure nei pazienti medici, sono efficaci sia l'eparina che le LMWHs a basse dosi. Sempre per la prevenzione della VTE in ambiente chirurgico, negli individui con rischio elevato sono raccomandati dosaggi adeguati di eparina oppure LMWHs a dosi più alte. Infine, per prevenire l'ischemia cerebrale acuta negli ultra-settantacinquenni sofferenti di fibrillazione atriale (AF), la warfarina rappresenta il farmaco di prima scelta.