Home > Riviste > Minerva Medica > Fascicoli precedenti > Minerva Medica 2001 October;92(5) > Minerva Medica 2001 October;92(5):341-8

ULTIMO FASCICOLO
 

JOURNAL TOOLS

Opzioni di pubblicazione
eTOC
Per abbonarsi
Sottometti un articolo
Segnala alla tua biblioteca
 

ARTICLE TOOLS

Estratti
Permessi
Share

 

REVIEW   

Minerva Medica 2001 October;92(5):341-8

Copyright © 2001 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Italiano

Attuali possibilità terapeutiche nel trattamento del carcinoma epatocellulare

Martinotti R., Evangelista W., Goss M., Angelini F., Satolli M. A.


PDF


Il carcinoma epatocellulare (HCC) è in assoluto la IV causa di morte per tumore, la prima nell'Africa centrosettentrionale e rappresenta l'VIII tumore per incidenza nel mondo. I fattori di rischio più importanti sono: malattie epatiche (cirrosi), virus epatotropi (HBV, HCV) e tossine naturali (aflatossine). Un programma di screening può essere consigliato ai soggetti a rischio mediante il dosaggio dell'a-fetoproteina ed una ecografia epatica periodici. La diagnosi strumentale si effettua mediante differenti metodiche tra cui l'ecografia associata ad angiografia o la TC spirale associata a portografia sistemica.
La terapia dell'HCC prevede un approccio chirurgico, più o meno aggressivo, quando possibile, sostitutito da metodiche meno invasive quando tale approccio non sia proponibile. Tali metodiche comprendono: l'iniezione intratumorale di etanolo (PEI), la chemioembolizzazione arteriosa transcatetere (TACE), la chemioterapia e la radioterapia. L'utilizzo dei differenti approcci terapeutici è legato all'estensione della malattia ma anche alla situazione funzionale epatica considerata.
Il deludente contributo della chemioterapia ha spinto a ricercare approcci alternativi tra cui l'uso di sostanze ormonali, la modulazione immunologica e la terapia genica.
La maggior parte dei pazienti si presenta in uno stadio avanzato di malattia e quindi non operabile. Il tasso di sopravvivenza decresce con l'aumentare della gravità della cirrosi spesso sottostante alla neoplasia. Buoni risultati si potranno ottenere con un approccio multimodale e grazie all'utilizzo di molecole meno tossiche quali, ad esempio, gli inibitori dell'angiogenesi peraltro ancora in fase sperimentale.

inizio pagina