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Minerva Medica 2000 November-December;91(11-12):311-4
Copyright © 2000 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
Considerazioni sull’approccio clinico di pa-zienti anziani ipertesi
Gullotti D., Valdes G. M., Pira M., Racalbuto A., Biondolillo M., Napoli N., Lupo M., Comparato G., Rini G. B., Rotolo G.
Gli Autori affermano che nell'anziano l'ipertensione arteriosa rappresenta un fattore di rischio cardiovascolare che aumenta con l'età e con l'incremento dei valori della PA. L'instaurarsi di uno stato ipertensivo dipende da una interreazione tra geni ed ambiente. Una ottimale terapia antiipertensiva determina una riduzione dell'incidenza degli eventi cardiovascolari. Una terapia antiipertensiva negli anziani deve tener conto che: in questi soggetti la PA può ridursi spontaneamente di oltre 30 mmHg nelle 24 h; si ha una riduzione postprandiale della PA; bruschi rialzi o cali pressori determinano ipoperfusione cerebrale; alcuni effetti collaterali degli antiipertensivi peggiorano la qualità della vita e non riducono l'ipertrofia miocardica; eventuali turbe elettrolitiche possono peggiorare uno scompenso cardiaco; le diete drastiche determinano un aumento dell'incidenza dei tumori colorettali; una elevata FC aumenta i1 rischio di morte improvvisa; l'assunzione cronica di FANS può determinare o aggravare uno stato ipertensivo; una riduzione nella dieta di cloruro di sodio e di lipidi può indurre un calo della PA.
In breve negli ipertesi anziani la riduzione della PA dovrà essere graduale per evitare il precipitare di eventi cardiovascolari, le diete dovranno essere bilanciate, ricche di fibre e vitamine per evitare patologie tumorali colorettali. Infine in questi pazienti i FANS dovranno essere usati per brevi periodi e tutti gli interventi terapeutici dovranno tendere a migliorare la loro qualità della vita.