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Minerva Endocrinologica 2008 September;33(3):257-75
Copyright © 2008 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
Imaging dei tumori neuroendocrini mediante la PET: stato attuale e prospettive future
Basu S. 1, 2, Kumar R. 1, 3, Rubello D. 4, Fanti S. 5, Alavi A. 1
1 Division of Nuclear Medicine, Hospital of University of Pennsylvania, Spruce Street, Philadelphia, PA, USA 2 Radiation Medicine Centre (BARC), Tata Memorial Hospital Annexe, Parel, Bombay, India 3 Department of Nuclear Medicine, All India Institute of Medical Sciences, New Delhi, India 4 Unit of Nuclear Medicine, S. Maria della Misericordia Hospital, Istituto Oncologico Veneto (IOV)-IRCCS, Rovigo, Italy 5 Unit of Nuclear Medicine, Pad. 30, University Hospital of Bologna, S. Orsola-Malpighi Policlinic, Bologna, Italy
I tumori neuroendocrini (neuroendocrine tumors, NET) sono un gruppo di tumori relativamente rari che possiedono alcune caratteristiche uniche e che hanno generalmente origine nel tratto gastrointestinale. Tali tumori sono caratterizzati dal fatto che esprimono i recettori della somatostatina (somatostatin receptors, SST), e possono quindi essere facilmente bersagliati con composti di recettori della somatostatina identificati radiologicamente. Ciò ha determinato l’introduzione di molti tracciati nella tomografia computerizzata a emissione singola di fotoni (single photon emission computed tomography, SPECT) e nella tomografia ad emissione di positroni (positron emission tomography, PET), che hanno contribuito in maniera significativa al miglioramento della qualità dell’immagine nell’individuazione di queste lesioni neoplastiche, con una elevata risoluzione sia nell’addome che in qualsiasi altra parte del corpo. L’introduzione dei radiofarmaci Gallio-68 come agenti nella PET ha contribuito allo sviluppo di un nuovo approccio nella gestione dei pazienti affetti da NET, fornendo immagini di alta qualità, se paragonati con immagini planari o immagini SPECT con preparazione a singola emissione di fotoni. La DOPA 18F-labeled ha dimostrato ottimi risultati nella differenziazione tra malattia focale e diffusa nell’iperinsulismo dei neonati, aspetto di importanza clinica cruciale, e ha significativamente modificato l’approccio alla gestione della malattia in tali pazienti. Per quanto riguarda altri tipi di NET, gli studi condotti finora con tali agenti sono relativamente limitati; ulteriori studi prospettici sono quindi necessari per definire ulteriormente il ruolo della PET in questo complesso gruppo di pazienti.