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REVIEW MEDICINA NUCLEARE IN ENDOCRINOLOGIA I
Minerva Endocrinologica 2008 June;33(2):41-52
Copyright © 2008 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
Imaging con PET nei tumori endocrini
Khan S. 1, Lloyd C. 2, Szyszko T. 1, Win Z. 3, Rubello D. 4, Al-Nahhas A. 1
1 Department of Nuclear Medicine, Hammersmith Hospital and Imperial College, London, UK 2 Department of Imaging, Hammersmith Hospital and Imperial College, London, UK 3 Department of Radiology, Hillingdon Hospital, Middlesex, UK 4 Nuclear Medicine Service, PET Centre, S. Maria della Misericordia Hospital, Istituto Oncologico Veneto (IOV)-IRCCS, Rovigo, Italy
Il ruolo della PET nei tumori endocrini è stato finora ristretto all’uso del 18F-fluoro-desossi-D-glucosio (18F-FDG). Essendo un marcatore di lesioni metabolicamente attive di alto grado e scarsa differenziazione, il FDG non è ideale per lo studio dei tumori endocrini, poichè la maggioranza di queste neoplasie sono a crescita lenta ed altamente differenziate. La PET è tuttavia utile quando si verifica una dedifferenziazione, fornendo utili informazioni prognostiche. Diversi precursori ormonali possono essere marcati con 11C e utilizzati con successo nella gestione delle neoplasie paratiroidee, surrenaliche ed ipofisarie. Tuttavia, la breve emivita dei radiofarmaci marcati con questo isotopo restringe il loro uso ai centri dotati di un ciclotrone locale, mentre l’elevato costo di produzione può limitarne l’uso a scopo di ricerca. Un nuovo e promettente tracciante radioattivo è il Gallio-68, ottenuto per eluizione da un generatore che lo rende economico e ciclotrone-indipendente. La sua breve emivita ed il flessibile sistema di marcatura ne rendono facile l’uso per peptidi ed anticorpi ideali per l’imaging PET. Oltre all’imaging dei GEP-NET e feocromocitomi, esso ha la potenzialità di essere usato in un ampio spettro di neoplasie endocrine.