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CASI CLINICI
Minerva Endocrinologica 1999 March;24(1):37-44
Copyright © 1999 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
Morte improvvisa da sindrome delle apnee durante il sonno associata a mixedema (Presentazione di un caso e revisione della letteratura)
Pompeo A., Salutari P.
Presentiamo il caso di un uomo di 48 anni, brachitipo con lieve eccesso ponderale, affetto da mixedema indiagnosticato, ricoverato per dispnea notturna presente da anni e divenuta ingravescente nelle ultime settimane. Dall'età di 19 anni era stata posta diagnosi di schizofrenia paranoidea, che aveva portato a ripetuti ricoveri in ospedali psichiatrici e alla terapia psicofarmacologica continuativa. Il suo sensorio era lucido, con un lieve rallentamento psicomotorio; erano evidenti edema del faringe e macroglossia; la saturazione arteriosa di O2 era 97% in aria ambiente. Eseguiti d'urgenza i primi esami mirati allo studio della tiroide e delle alte vie respiratorie, si è evidenziato ipotiroidismo primario associato a gozzo multinodulare con dislocazione della trachea. Quindi, è stata subito iniziata la somministrazione di triiodotironina p.o. e idrocortisone e.v. Nel sospetto di sindrome delle apnee durante il sonno (SAS), è stata eseguita O2-saturimetria arteriosa continua notturna non invasiva (pulse oximetry), ma dopo 7 ore (16 ore dopo il ricovero) il malato è deceduto improvvisamente. Dai dati registrati si sono evidenziate onde di profonda desaturazione di O2 secondaria a periodi di prolungata apnea, con arresto respiratorio verificatosi in corso di uno di questi episodi. La revisione della letteratura evidenzia che non sono descritti casi simili. L'analisi a posteriori della sua gestione clinica fa rilevare che la forma ostruttiva di SAS associata a mixedema è una condizione da diagnosticare prontamente; per la possibile gravità della sua evoluzione funzionale, è da valutare attentamente la necessità di terapia sub-intensiva o intensiva, con nasal continuous positive airwawy pressure o con intubazione oro-tracheale e ventilazione assistita; considerato il rischio di complicanze coronariche acute e aritmiche ventricolari nelle prime fasi di trattamento sostitutivo con ormone tiroideo, il monitoraggio cardiaco continuo dovrebbe essere assicurato.