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Minerva Stomatologica 2008 January-February;57(1-2):59-63
Copyright © 2007 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
Tumore infiammatorio miofibroblastico della mucosa alveolare della mandibola
Johann A. C. B. R. 1, Caldeira P. C. 1, Abdo E. N. 1, Sousa S. O. M. 2, Aguiar M. C. F. 1, Mesquita R. A. 1
1 Department of Oral Surgery Oral Medicine and Oral Pathology School of Dentistry Universidade Federal de Minas Gerais Belo Horizonte, MG, Brasil 2 Department of Oral Pathology School of Dentistry Universidade de São Paulo, São Paulo, SP, Brasil
Il tumore infiammatorio miofibroblastico è una rara lesione caratterizzata da cellule fusiformi miofibroblastiche associate ad infiltrato infiammatorio. L’obiettivo di questo lavoro è di descrivere un caso poco comune di tumore infiammatorio miofibroblastico localizzato nella mucosa alveolare della mandibola. Un soggetto di sesso maschile di 33 anni di età è giunto alla nostra osservazione a causa di una lesione tumorale asintomatica, fissa, peduncolata, di colorito roseo, ricoperta da mucosa sottile, con ulcerazione focale, delle dimensioni di 30×20×20 mm, localizzata a livello della mucosa alveolare posteriore sinistra. La diagnosi clinica è stata quella di un tumore dei tessuti molli. È stata quindi eseguita una biopsia escissionale. L’esame microscopico ha evidenziato una proliferazione compatta di cellule fusiformi fascicolati con una diffusa infiltrazione infiammatoria con presenza di plasmacellule, linfociti ed eosinofili. Sono state osservate cellule simil-gangliari di gradi dimensioni. Le cellule della lesione erano immunopositive alla vimentina, all’α-actina del muscolo liscio, all’actina muscolo-specifica e al CD68. L’immunocolorazione era negativa per S-100, Bcl-2, Ki-67, desmina, CD34 e citocheratina. Di conseguenza, è stata posta diagnosi di tumore infiammatorio miofibroblastico. A 28 mesi di distanza non è stata evidenziata alcuna recidiva. Sebbene non sia stata descritta alcuna recidiva o la trasformazione maligna del tumore infiammatorio miofibroblastico, è stato osservato che per questa patologia, localizzata in altre sedi, è necessario un follow-up prolungato dopo l’asportazione chirurgica.