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Minerva Stomatologica 2007 October;56(10):541-57
Copyright © 2007 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese, Italiano
I biomateriali in chirurgia orale
Pappalardo S., Puzzo S., Carlino V., Cappello V.
Unit of Dentistry and Stomatology II Section of Dental and Stomatological Diseases Department of Medical and Surgical Specialties University of Catania, Catania, Italy
I difetti ossei rappresentano una sfida clinica che l’operatore può attualmente fronteggiare mediante l’ausilio di diverse tecniche atte a promuovere la rigenerazione ossea. Sebbene, a tutt’oggi, il “gold standard” continui ad essere rappresentato dall’osso autologo, con prelievi intra- ed extra-orali, il suo impiego comporta, però, la necessità di avvalersi di due siti chirurgici (sito donatore e ricevente), di conseguenza una maggiore morbilità, specie per i siti extraorali, oltre che un allungamento dei tempi operatori, che si traduce in un maggiore discomfort per il paziente. Tali svantaggi possono essere superati dai materiali sostitutivi dell’osso. Si dispone, infatti, di una notevole varietà di biomateriali, cosiddetti intelligenti, capaci di modulare la risposta ossea in senso rigenerativo. In base all’origine vengono classificati in materiali allogenici, eterologhi e alloplastici. I primi sono costituiti da osso proveniente da donatore della stessa specie, i secondi sono ottenuti mediante particolari processi, da osso proveniente da specie diversa, mentre quelli alloplastici sono di derivazione sintetica. Essi presentano, oltre che diversi tempi di riassorbimento, differenti caratteristiche chimiche e strutturali, che influenzano il meccanismo di stimolazione o di supporto della rigenerazione ossea. Quotidianamente, nell’ambito clinico, l’odontoiatra si trova spesso a dover compiere una scelta tra i diversi biomateriali presenti in commercio, pertanto, può rivelarsi estremamente utile analizzare, in letteratura, quali siano i risultati clinici e istologici forniti per ogni singolo materiale, al fine di operare una scelta adeguata. Questo lavoro si propone di esaminare le applicazioni cliniche e le eventuali proprietà osteoconduttive e/o osteoinduttive, di alcuni biomateriali presenti in commercio