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Minerva Stomatologica 2007 June;56(6):349-58
Copyright © 2007 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese, Italiano
L’impiego del lembo microvascolare di fibula nel trattamento delle lesioni benigne della mandibola
Biglioli F., Pedrazzoli M., Autelitano L., Colletti G., Brusati R.
Unit of Maxillofacial Surgery, San Paolo Hospital University of Milan, Milan, Italy
La mandibola può essere interessata da lesioni benigne che vengono per lo più trattate in modo conservativo. Qualora tali lesioni presentino caratteristiche di elevata aggressività locale, quale lo sconfinamento nei tessuti molli perimandibolari o recidivino coinvolgendo gran parte dello spessore della mandibola, l’approccio deve essere più radicale, con la resezione mandibolare e contemporanea ricostruzione tramite innesti ossei, principalmente rappresentati dalla cresta iliaca se si tratta di resezioni a tutto spessore o anche di calvaria in caso di resezioni non interruttrici. Questi presentano importanti limiti legati alla possibilità di infezioni e all’imprevedibilità del loro riassorbimento. L’avvento dei lembi microvascolari, in particolare della fibula, rappresenta una svolta nella ricostruzione dei difetti mandibolari. Tale metodica presenta infatti una morbilità del sito donatore sovrapponibile a quella degli innesti tradizionali garantendo al contempo la capacità dell’osso di difendersi da un’eventuale infezione oltre ad un limitatissimo riassorbimento. A fronte di questi vantaggi i tempi operatori sono aumentati di circa un’ora, in presenza di un’equipe microchirurgica esperta. Gli Autori riportano la loro esperienza nell’impiego del lembo microvascolare di fibula nella ricostruzione mandibolare conseguente a resezione per lesioni benigne in 7 pazienti. Tutte le ricostruzioni hanno avuto esito positivo. La morfologia del viso successivamente alla ricostruzione ha mostrato il ripristino della simmetria del profilo del terzo inferiore del volto in tutti i pazienti operati. I risultati funzionali sono stati molto soddisfacenti, con la ripresa della completa funzionalità mandibolare in tutti i casi trattati. Tutti i pazienti sottoposti a un follow-up medio di 24 mesi non presentano attualmente segni clinici di recidiva di malattia.