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IL CONTROLLO DEL DOLORE POSTOPERATORIO SOCIETÀ PIEMONTESE DI CHIRURGIA
Minerva Chirurgica 2003 December;58(6):861-8
Copyright © 2003 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
La PCA postoperatoria
Tempia A., Calza E.
L'analgesia controllata dal paziente, completando il feed-back loop (stimolo doloroso-risposta analgesica) in un tempo molto più breve, al fine di rimanere nella stretta finestra terapeutica della MEAC (minimal-effective-analgesic-concentration) garantisce al malato un miglior comfort, anche nei confronti del ''dynamic pain''.
Esistono due diverse modalità di somministrazione: dose bolo a domanda; infusione basale continua più dose bolo a domanda.
Dal momento che, in caso di utilizzo di oppioidi, questa seconda tecnica determina un aumento delle complicanze fatali, dallo 0,28 all'1,08% (p>0,05), può essere utilizzata solo in pazienti ricoverati in unità di Terapia Intensiva postoperatoria, a meno che non si tratti di una PCEA ossia di una analgesia controllata dal paziente ma somministrata per via peridurale.
Lo sviluppo tecnologico ha permesso di inserire numerose variabili per una programmazione efficace e sicura delle dosi e dei tempi di somministrazione, in quanto il successo della PCA non dipende tanto dal farmaco utilizzato, quanto dai parametri impostati, dalla motivazione e dall'istruzione del paziente e del personale di assistenza, dal monitoraggio della SpO2, della Frequenza Respiratoria, del VAS per il dolore e del Sedation Score.
Alla luce delle attuali conoscenze la PCA garantisce una migliore soddisfazione del paziente, ma non riduce il carico di lavoro del personale, la morbilità postoperatoria, i consumi di analgesico ed i costi.