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REVIEW   

Minerva Cardioangiologica 2014 February;62(1):39-57

Copyright © 2014 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Inglese

Dilemma diabete: quale stent medicato funziona meglio?

Ielasi A. 1, Latib A. 2, 3, Colombo A. 2, 3

1 Cardiology Department, Istituto Clinico Humanitas Mater Domini, Castellanza, Varese, Italy; 2 Interventional Cardiology Unit San Raffaele Scientific Institute, Milan, Italy; 3 EMO-GVM Centro Cuore Columbus, Milan, Italy


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La relazione tra diabete mellito e malattia coronarica è ben stabilita, così come è noto che i pazienti diabetici abbiamo una prognosi peggiore rispetto i non diabetici in termini di più elevati tassi di mortalità, d’infarto miocardico e di necessità di rivascolarizzazione della lesione (TLR) e del vaso “target” (TVR). La possibilità di ricorrere all’impianto di stent, inizialmente non medicati, ha sensibilmente migliorato i risultati dell’intervetistica coronarica rispetto l’angioplastica convenzionale, anche nel diabetico. Tuttavia la rivoluzione maggiore si è realizzata con l’introduzione degli stent medicati (DES), che hanno condotto, soprattutto nel diabetico, ad una serie di benefici tra cui la significativa riduzione della perdita di lume residuo, la riduzione della restenosi binaria e della TLR/TVR clinicamente guidata.
Sebbene la chirurgia sia considerata a tutt’oggi la strategia di rivascolarizzazione “standard” nel paziente diabetico, particolarmente se con malattia coronarica multivasale; tuttavia i recenti progressi avvenuti sia nella tecnologia dei DES che nelle tecniche di impianto, hanno determinato un progressivo cambiamento nel modo di approcciarsi alla rivascolarizzazione di questi pazienti. Stent moderni con nuove caratteristiche riguardanti le maglie, il polimero ed il farmaco hanno determinato infatti un progressivo notevole miglioramento dei risultati dopo angioplastica coronarica. Ciò nonostante, saranno necessari ancora molti sforzi nel campo della ricerca per migliorare ulteriormente sia l’efficacia che la sicurezza di questi dispositivi in gruppi di pazienti sempre più complessi tra cui i diabetici.

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