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Minerva Cardioangiologica 2014 February;62(1):29-38
Copyright © 2014 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
L’utilizzo dello stent MGuard nell’angioplastica coronarica primaria
Figini F. 1, 2, Colombo A. 1, 2 ✉
1 San Raffaele Scientific Insitute, Milan, Italy; 2 EMO GVM Centro Cuore Columbus Milan, Italy
Nel corso di angioplastica coronarica eseguita per infarto miocardico acuto, nonostante il ripristino apparentemente ottimale del flusso ematico nel vaso epicardico, in una significativa percentuale di pazienti non si ottiene una riperfusione adeguata a livello del tessuto miocardico a valle. Questo fenomeno, definito no-reflow, è stato associato in numerosi studi a una prognosi significativamente peggiore; esso riconosce diversi fattori patogenetici, tra cui la disfunzione microcircolatoria e l’embolizzazione - nel corso della procedura di angioplastica, in particolar modo durante l’impianto dello stent ‑ di materiale trombotico e di residui provenienti dalla placca. Per cercare di prevenire quest’evenienza sono state sviluppate diverse strategie, farmacologiche o meccaniche; nonostante ciò, il fenomeno del no-reflow continua a rappresentare un problema di rilievo nel campo dell’angioplastica primaria. Il dispositivo MGuard consiste in uno stent metallico rivestito da una sottile maglia in polietilene tereftalato (PTE); questa rete esterna consente di intrappolare il materiale trombotico tra le maglie dello stent e la parete del vaso. Il dispositivo è stato studiato su lesioni a elevato rischio embolico, in particolare in corso di angioplastica su graft venosi e per sindrome coronarica acuta. In questo lavoro verranno discussi i dati presenti in letteratura sull’utilizzo dello stent MGuard, con particolare riguardo per il suo impiego nell’angioplastica primaria.