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REVIEW   

Minerva Cardioangiologica 2014 February;62(1):19-27

Copyright © 2014 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Inglese

Risultati dello stent autoespandibile BA9 nel trattamento delle biforcazioni coronariche con ampia angolazione

Lucisano L., Calcagno S., Pennacchi M., Stio R. E., Mancone M., Sardella G.

Department of Cardiovascular Respiratory, Nephrologic Anesthesiologic and Geriatric Sciences Umberto I Hospital “Sapienza” University, Rome, Italy


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Il trattamento delle lesioni coronariche in biforcazione è considerato, da sempre, una procedura complessa gravata da un aumentato rischio di complicanze acute come, ad esempio, la possibile chiusura del ramo secondario, e croniche, come un aumentato tasso di restenosi. L’introduzione degli stent medicati ha notevolmente ridotto tali rischi, ma la restenosiintrastent rappresenta ancora il “tallone d’Achille” di queste lesioni complesse e, in particolar modo, a livello dell’ostio del ramo collaterale. Per tali motivi sono state sviluppate nuove tecniche mediante l’utilizzo di due stent al fine di ridurre tale fenomeno. Recentemente sono stati introdotti in commercio nuovi stent dedicati al trattamento delle lesioni in biforcazionecon lo scopo di preservare l’integrità del ramo collaterale. La maggior parte delle lesioni in biforcazioni, che hanno un’ampia angolazione (>70°), coinvolgono il tronco comune (TC). L’angioplastica coronarica per il trattamento di tali lesioni è divenuta sempre più frequente, parallelamente al miglioramento delle tecniche interventistiche e dei farmaci antiaggreganti. Diversi studi hanno dimostrato che lo stenting del TC, soprattutto utilizzando gli stent medicati, rappresenta una strategia sicura ed efficace, sia nel follow-up a medio che a lungo termine. Lo stent AXXESS è stato disegnato per conformarsi al meglio a livello della carena delle biforcazioni e una versione speciale di questo è stata introdotta per il trattamento del TC. L’AXXENT trial, che è stato il primo studio nel trattamento delle lesioni in biforcazione del TC mediante stent dedicato, ha mostrato buoni risultati angiografici in termini di trombosi intrastent e TLR ad un follow-up di 6 mesi. Pertanto innovazioni tecniche e dei device potrebbero ulteriormente migliorare sia gli outcome clinici che angiografici nei pazienti con lesioni coronariche in biforcazione con ampia angolazione. Infine per consolidare questi risultati, mediante l’utilizzo di stent dedicati, sono necessari nuovi studi con follow-up a più lungo termine.

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