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REVIEW
Minerva Cardioangiologica 2013 February;61(1):61-70
Copyright © 2013 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
L’angolazione e l’anatomia coronarica influenzano gli outcomes nel trattamento delle biforcazioni
Lucisano L., Pennacchi M., Stio R. E., Calcagno S., Mancone M., Sardella G. ✉
Department of Cardiovascular, Respiratory, Nephrologic and Geriatric Sciences, Policlinico Umberto I, “La Sapienza” University of Rome, Rome, Italy
Le lesioni coronariche in biforcazione sono considerate complesse ed il loro trattamento è ancora oggetto di un sostanziale dibattito. Importanti elementi da considerare prima di approcciare ad una biforcazione includono l’angolazione e l’anatomia, in particolare l’angolo prossimale (angolo A) che è compreso tra il tratto prossimale del vaso principale e il vaso secondario e l’angolo distale (angolo B) che è tra il tratto distale del vaso principale ed il ramo secondario, come anche l’estensione e la distribuzione della placca nel ramo secondario. Numerose tecniche vengono usate per il trattamento delle biforcazioni come ad esempio la “ProvisionalStenting” o “Double Stenting” anche se a tutt’oggi non c’è un consenso unanime su quale sia la migliore a causa della variabilità della severità della malattia, dell’angolazione e dell’anatomia. L’angolo B è l’unico fattore predittivo indipendente statisticamente significativo in grado di influenzare gli outcomes. L’angolazione e l’anatomia delle biforcazioni sono importanti fattori predittivi degli outcomes sia a breve che a lungo termine dopo il trattamento. Per di più dovremmo valutare la variazione dell’angolazione e dell’anatomia dopo il passaggio delle guide e dopo la predilatazione. Inoltre dovrebbe essere valutato se lo sviluppo di nuovi device dedicati al trattamento delle biforcazioni, potrebbe unire i vantaggi della tecnica a singolo stent o a doppio stent.