![]() |
JOURNAL TOOLS |
eTOC |
Per abbonarsi |
Sottometti un articolo |
Segnala alla tua biblioteca |
ARTICLE TOOLS |
Estratti |
Permessi |
Share |

I TUOI DATI
I TUOI ORDINI
CESTINO ACQUISTI
N. prodotti: 0
Totale ordine: € 0,00
COME ORDINARE
I TUOI ABBONAMENTI
I TUOI ARTICOLI
I TUOI EBOOK
COUPON
ACCESSIBILITÀ
ARTICOLI ORIGINALI
Minerva Cardioangiologica 2012 December;60(6):553-60
Copyright © 2012 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
Malattia arteriosa periferica come complicanza a lungo termine della rivascolarizzazione coronarica percutanea: un’analisi retrospettiva
Pullara A., D’Ascenzo F., Gonella A., Moretti C., Sciuto F., Omedè P. L., Bollati M., Biondi Zoccai G., Gaita F., Sheiban I. ✉
Division of Cardiology, University of Turin, Turin, Italy
Obiettivo. La malattia arteriosa periferica (PAD) nei pazienti sottoposti ad angioplastica coronarica percutanea (PCI) è un noto fattore di rischio correlato ad una maggiore incidenza di stroke, morte per causa cardiovascolare ed infarto del miocardio. Pochi sono i dati sull’effetto a lungo termine della PAD nei pazienti sottoposti ad impianto di stent coronarici. La nostra analisi riguarda l’influenza della PAD sulla prognosi dei pazienti sottoposti a PCI.
Metodi. Tutti i pazienti sottoposti a PCI con impianto di stent presso il nostro Centro tra luglio 2002 e giugno 2004 (follow-up medio 4 anni) sono stati inclusi. La diagnosi di PAD si è basata su criteri clinici e/o angiografici; questi gli end-point clinici: morte, infarto miocardico, rivascolarizzazione ripetuta, unitamente alla composizione di questi (MACE, eventi clinici avversi maggiori).
Risultati. Sono stati inclusi un totale di 1008 pazienti, 109 con PAD e 899 senza PAD. Quelli con PAD erano più frequentemente diabetici (35% vs. 25%, P=0,002), ipertesi (83% vs. 68%, P=0,001) e con un profilo clinico preprocedurale a più alto rischio: precedente PCI (30% vs. 22%, P=0,005), precedente bypass aortocoronarico (24% vs. 14%, P=0,001), frazione di eiezione (FE) <35% (14% vs. 7%, P=0,02) ed insufficienza renale cronica (IRC) (15% vs. 6%, P=0,002). Inoltre, angiograficamente, i pazienti con PAD erano più frequentemente affetti da occlusioni croniche totali (CTO) (36% vs. 25%, P=0,02) e da tronco comune non protetto (16% vs. 8%, P=0,01). Questo l›outcome clinico al termine del follow-up (4,42 ± 1,66 years): Rivascolarizzazione ripetuta (53% vs 37%, p=.002), morte per causa cardiaca (21% vs 13%, p=.04), MACE (69% vs 49%, p<.001). I predittori indipendenti di MACE secondo l›analisi di sopravvivenza sono stati: PAD (HR 1,31; 95% CI 1,01-1,69), Età >75 (HR 1,23; 95% CI 1-1,51), IRC (HR1,72; 95% CI 1,19-2,5), tronco comune non protetto (HR 1,48; 95% CI 1,12-1,96).
Conclusioni. Questa analisi ha confermato che la PAD rimane una condizione clinica molto importante che condiziona negativamente l›outcome dei pazienti sottoposti a PCI.