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REVIEW
Minerva Cardioangiologica 2011 June;59(3):239-53
Copyright © 2011 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
Update nella rianimazione cardiopolmonare
Bradley S. M. ✉
Division of Cardiology, Department of Medicine, University of Washington, Seattle, WA, USA
Nonostante siano passati 50 anni dall’introduzione della compressione del torace e della respirazione bocca a bocca come tecnica della moderna rianimazione cardiopolmonare (cardiopulmonary resuscitation, CPR) tale semplice manovra di soccorso rimane la spina dorsale per il successo della rianimazione delle vittime di infarto cardiaco. In particolare, l’importanza di un’alta qualità di compressione toracica risulta sempre più chiara. Prove recenti dimostrano che la compressione toracica dovrebbe essere effettuata con un tasso di 100 compressioni al minuto e con una profondità di 4-5 cm (1.5-2 pollici) con ritorno totale toracico tra le compressioni. Inoltre, dovrebbe essere fatto il possibile per diminuire le interruzioni della compressione toracica, includendo una singola defibrillazione ed eliminando la valutazione del polso post-defibrillazione in favore della continuazione della compressione toracica post-shock. L’enfasi dell’alta qualità della compressione toracica è ripetuta nelle più recenti linee guida sulla CPR dell’American Heart Association e dell’International Liaison Committee on Resuscitation. Il ruolo della respirazione artificiale è attualmente oggetto di discussione, in ogni caso sembra essere più importante negli arresti prolungati o in quelli di eziologia non cardiaca. Le raccomandazioni attuali incoraggiano la respirazione artificiale da parte di soccorritori allenati, consentendo però la sua eliminazione ed enfatizzando la compressione toracica per coloro che non sono allenati o non hanno confidenza con questa tecnica. La defibrillazione precoce è una componente chiave per una rianimazione di successo per latachicardia ventricolare o per l’arresto per fibrillazione ventricolare, in ogni caso l’implementazione della defibrillazione dovrebbe essere coordinata con la CPR per minimizzare l’interruzione della compressione toracica. A parte la defribrillazione precoce, non ci sono chiare tecniche aggiuntive alla CPR per aumentare la sopravvivenza. In ogni caso, le terapie post-rianimazione come l’ipotermia terapeutica possono diventare una parte importante della gestione della rianimazione precoce come strumenti per permettere all’ipotermia stessa di diventare maggiormente portatile e capace di raffreddare rapidamente.