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  STENTS FOR CORONARY HEART DISEASE 

Minerva Cardioangiologica 2011 February;59(1):61-74

Copyright © 2011 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Inglese

La rivascolarizzazione secondaria dopo chirurgia coronarica

Roura-Ferrer G., Gómez-Hospital J. A., Cequier A.

Interventional Cardiology Unit, Heart Disease Institute, IDIBELL Hospital Universitari de Bellvitge L’Hospitalet de Llobregat, Barcelona, Spain


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La popolazione mondiale invecchia giorno dopo giorno e la malattia aterosclerotica coronarica sta diventando una patologia pandemica a livello mondiale. Mentre sta crescendo il numero di pazienti sottoposti a intervento chirurgico o percutaneo di rivascolarizzazione coronarica, è già diventata comune nei laboratori di cateterizzazione di tutto il mondo una nuova procedura di rivascolarizzazione in pazienti precedentemente rivascolarizzati. Tali pazienti richiedono speciali attenzioni, avendo un rischio maggiore e una prognosi peggiore rispetto i pazienti usuali, richiedono inoltre specifiche procedure riguardanti la prognosi, il trattamento e le tecniche di rivascolarizzazione. Attualmente, molto è stato ottenuto in questo campo, con nuovi dispositivi e molti trial clinici randomizzati, ma sussiste ancora una scarsa conoscenza su questi argomenti ed alcuni elementi confondenti. Il seguente articolo tratterà le conoscenze sulla rivascolarizzazione coronarica secondaria nei pazienti precedentemente operati, focalizzandosi sulle sue indicazioni e su quali siano le considerazioni tecniche da tenere presente. Un’attenzione speciale verrà spesa sulla rivascolarizzazione percutanea del trapianto di vena safena, la situazione più specifica e complessa che abbiamo trovato in questi pazienti, la cui difficoltà è dovuta alla sua speciale istopatologia e comportamento. Inoltre, verranno menzionati i nuovi progressi che sono stati fatti negli ultimi anni, riguardo tutti i tipi di dispositivi, stent coronarici, trattamenti farmacologici e le emergenti strategie di rivascolarizzazione.

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