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REVIEW
Minerva Cardioangiologica 2007 December;55(6):771-81
Copyright © 2007 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
Tecniche di rimozione transvenosa di elettrocateteri
Bongiorni M. G., Soldati E., De Lucia R., Marzilli M.
Department of Cardiology and Cardiothoracic Medicine University Hospital of Pisa, Pisa, Italy
La moderna cardiologia ricorre sempre più spesso all’impianto di dispositivi per stimolazione e defibrillazione cardiaca. Il loro utilizzo ha permesso il conseguimento di significativi risultati in termini di beneficio per i pazienti, ma ha anche incrementato il numero di complicanze legate all’impiego dei dispositivi stessi. Nella maggioranza dei casi queste situazioni richiedono la rimozione del materiale impiantato, inclusi gli elettrocateteri. Il ruolo della rimozione transvenosa degli elettrocateteri, quindi, sta divenendo al momento attuale sempre più importante. Dal punto di vista tecnico la rimozione transvenosa richiede che gli elettrocateteri vengano liberati dalle aderenze alle pareti venose e cardiache dal punto di inserzione in vena fino alla punta. Per ottenere questo risultato sono state sviluppate diverse tecniche operative, che impiegano energia meccanica, laser, radiofrequenza ed approcci venosi multipli. Allo stato attuale dell’arte, in centri selezionati le tecniche di rimozione transvenosa assicurano una percentuale di successo che varia dal 90% al 98% con una accettabile incidenza di complicanze maggiori (1%-3%). Le procedure sono usualmente complesse; la possibilità di complicanze fatali richiede operatori esperti, possibilità di trattamento immediato e standby cardiochirurgico. Al momento attuale le indicazioni alla procedura sono limitate alla presenza di infezioni dell’apparato o ad elettrocateteri danneggiati che comportano rischio di vita per il paziente. L’auspicato miglioramento delle tecniche, in particolare per quanto riguarda le possibili complicanze, renderà possibile nel futuro l’estensione delle indicazioni anche alla maggior parte degli elettrocateteri abbandonati.