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ARTICOLI ORIGINALI   

Minerva Cardioangiologica 2007 June;55(3):311-5

Copyright © 2007 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Inglese

Inefficacia degli inibitori del sistema renina angiotensina nel prevenire la fibrillazione atriale in pazienti con un cuore normale

Fazio G., Pizzuto C., Sutera L., Guttilla D., Di Gesaro G., Cascio C., Novo G., Assennato P., Novo S.

Department of Cardiology University of Palermo Palermo, Italy


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Obiettivo. Alcune recenti evidenze scientifiche sottolineano un possibile ruolo degli inibitori del sistema renina-angiotensina nel prevenire le recidive aritmiche nei soggetti affetti da fibrillazione atriale parossistica o persistente.
Metodi. Al fine di verificare tale ipotesi abbiamo valutato retrospettivamente una serie consecutiva di 187 pazienti ricoverati presso la nostra divisione di Cardiologia per fibrillazione atriale parossistica. Tutti i pazienti reclutati sono stati sottoposti a cardioversione (farmacologica e/o elettrica) e dimessi in ritmo sinusale. Dopo un periodo medio di 2 anni i pazienti sono stati ricontattati, allo scopo di valutare l’insorgenza di eventuali recidive aritmiche. I pazienti studiati sono stati suddivisi in 2 gruppi a seconda che avessero praticato (gruppo 1) o meno (gruppo 2) una terapia con inibitori del sistema renina angiotensina (ACE inibitori). Tutti i pazienti del gruppo 1 erano ipertesi, 76 pazienti del gruppo 2 erano ipertesi. I pazienti inclusi nel primo gruppo erano 91, di cui 55 assumevano ACE inibitori, mentre 36 assumevano farmaci sartani. I pazienti inclusi nel secondo gruppo erano 96 e di questi 24 erano in trattamento con calcio antagonisti di-idropiridinici, 32 in trattamento con beta-bloccanti, 20 in trattamento con diuretici e 20 non erano in trattamento. Non c’erano differenze statisticamente significative tra i due gruppi nell’uso di farmaci antiaritmici, relativamente alla funzione ventricolare sinistra e alle dimensioni atriali. I pazienti esaminati sono stati ulteriormente suddivisi in 2 categorie: quelli con ≤2 recidive di fibrillazione atriale per anno e quelli con 3 episodi documentati.
Risultati. Nel gruppo trattato con inibitori del sistema renina angiotensina (ACE/ARB) l’83% aveva avuto meno di una recidiva l’anno, mentre il rimanente 17% aveva lamentato almeno 3 episodi di fibrillazione atriale. Nel gruppo di controllo l’86% aveva lamentato meno di una recidiva l’anno, mentre il rimanente 14% rientrava nella seconda categoria. Tra il gruppo controllo e il gruppo ACE/ARB non c’erano differenze statisticamente significative (P=0,85). Da un’ulteriore analisi dei dati è emerso che non esiste una differenza statisticamente significativa nel prevenire le recidive aritmiche tra gli ACE inibitori, i sartani, i betabloccanti e i calcio-antagonisti.
Conclusioni. Nella nostra popolazione di pazienti ipertesi il trattamento con inibitori del sistema renina-angiotensina non sembra determinare un vantaggio statisticamente significativo nella prevenzione delle recidive di fibrillazione atriale rispetto ad altri trattamenti anti-ipertensivi.

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