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REVIEW  ECOCARDIOGRAFIA NEL PAZIENTE CARDIOCHIRURGICO 

Minerva Cardioangiologica 2007 April;55(2):267-74

Copyright © 2007 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Inglese

Ruolo dell’ecocardiografia nella sclerosi valvolare aortica e nell’ictus

Molisse T., Tunick P. A., Kronzon I.

Leon Charney Division of Cardiology Department of Medicine New York University School of Medicine New York, NY, USA


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I pazienti con sclerosi valvolare aortica severa sono ad elevato rischio di ictus. Il rischio è più alto per quelli con placche aterosclerotiche con spessore ?4 mm. Attualmente non vi è alcuna terapia medica in grado di ridurre il rischio embolico nei pazienti con placche aortiche. La terapia antiaggregante, la sospensione dal fumo di sigaretta e il trattamento del diabete e dell’ipertensione sono tuttavia importanti. Dati retrospettivi supportano l’uso delle statine per la prevenzione dell’ictus nei pazienti con aterosclerosi aortica severa. L’embolismo da aterosclerosi aortica può essere spontaneo o, meno comunemente, essere una complicanza di procedure cardiovascolari invasive o chirurgiche. L’ecocardiografia transesofagea è la procedura di scelta per la caratterizzazione delle placche e l’identificazione di trombi mobili adesi. Pertanto, l’ecocardiografia transesofagea è uno strumento utile per identificare i pazienti ad alto rischio di ictus. Nei pazienti valutati per l’esecuzione di by-pass aorto-coronarico (BPAC) o di angiografia coronarica, i rischi e i benefici di queste procedure devono essere accuratamente valutati, considerando approcci alternativi nei pazienti con sclerosi aortica severa. Le opzioni includono il BPAC off-pump o l’angiografia coronarica con approccio brachiale anziché femorale.

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