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ARTICOLI ORIGINALI   

Minerva Cardioangiologica 2007 April;55(2):149-55

Copyright © 2007 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Inglese

Utilità del dosaggio del NT pro-BNP nella previsione dell’ischemia miocardica residua in pazienti con infarto miocardico acuto con elevazione del tratto ST

Sarullo F. M. 1, Gristina T. 2, Brusca I. 2, Serio G. 2, Taormina A. 1, La Chiusa S. M. 2, Castello A. 1, Borruso E. 3, Paterna S. 4, Di Pasquale P. 5

1 Division of Cardiology Buccheri La Ferla Fatebenefratelli Hospital Palermo, Italy 2 Unit of Clinical Pathology Buccheri La Ferla Fatebenefratelli Hospital Palermo, Italy 3 Division of Cardiology S. Vito and S. Spirito Hospital, Alcamo Trapani, Italy 4 Department of Internal Medicine University of Palermo, Palermo, Italy 5 Division of Cardiology Paolo Borsellino G.F. Ingrassia Hospital, Palermo, Italy


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Obiettivo. N-terminal Pro-B-type natriuretic peptide (NT pro-BNP) è un neurormone sintetizzato soprattutto nel miocardio ventricolare. In pazienti con sintomi di scompenso cardiaco, l’incremento di NT pro-BNP identifica in maniera accurata la disfunzione ventricolare. Tuttavia, i livelli di NT pro-BNP non sono specifici per disfunzione ventricolare nei pazienti che non hanno chiari sintomi di scompenso cardiaco, il che suggerisce che altri processi cardiaci, come l’ischemia miocardica, possano determinare un incremento dei livelli di NT pro-BNP. Lo scopo di questo studio è stato determinare se l’aumento dei livelli di NT pro-BNP sia associato a ischemia miocardica.
Metodi. Sono stati arruolati, da febbraio 2003 a febbraio 2004, 130 pazienti (104 di sesso maschile, 26 di sesso femminile), con un’età media di 61+12 anni, con infarto miocardico acuto con elevazione del tratto ST (STEMI) e frazione d’eiezione ventricolare sinistra conservata (> 45%) all’ecocardiogramma eseguito all’ingresso. In tutti i pazienti sono stati valutati i livelli plasmatici di NT pro-BNP all’ingresso e 4-5 giorni dopo la comparsa dei sintomi. Inoltre, entro 30 giorni dallo STEMI, sono stati effettuati test da sforzo massimale o submassimale su pedana mobile secondo il protocollo di Bruce e scintigrafia miocardica perfusionale con tecnezio-99-tetrofosmina mediante tomografia computerizzata a emissione di singolo fotone (single photon emission computed tomography, SPECT). Ogni alterazione reversibile della perfusione miocardica è stata definite come ischemia.
Risultati. Dei 130 soggetti arruolati, 66 (51%) hanno presentato ischemia inducibile. Se paragonati ai pazienti nel terzile più basso, quelli nel terzile con più alti livelli di NT pro-BNP hanno dimostrato un rischio significativamente maggiore di ischemia residua (odds ratio: 8,66; 95% CI, 3,90 vs 19,24). Inoltre nel terzile più alto l’età media dei pazienti era superiore (64,19+10,80 anni vs 55,90+9,67 anni, P = 0,0001), con una frazione d’eiezione ventricolare sinistra più compromessa (49,70+13,46% vs 59,49+6,58%, P = 0,0001) e un più alto tasso di infarto miocardico acuto anteriore (40,63% vs 25%).
Conclusioni. Livelli elevati di NT pro-BNP si associano alla presenza di ischemia miocardica residua fra i pazienti con STEMI e frazione d’eiezione conservata, come dimostrato dai difetti di perfusione alla SPECT; ciò suggerisce che questi pazienti potrebbero richiedere ulteriori valutazioni per la stratificazione del rischio di future eventi fatali. L’associazione osservata fra i livelli di NT pro-BNP e ischemia potrebbe spiegare perchè I livelli di NT pro-BNP non sono specifici per disfunzione ventricolare nei pazienti con coronaropatia.

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