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REVIEW  INNOVAZIONIIN INTERVENTI ENDOVASCOLARI 

Minerva Cardioangiologica 2007 February;55(1):73-82

Copyright © 2007 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Inglese

Procedure interventistiche nell’infarto miocardico acuto: angioplastica primaria versus angioplastica facilitata, angioplastica rescue, angioplastica con laser a eccimeri

Rebuzzi A. G., Niccoli G., Ferrante G.

Department of Cardiology Agostino Gemelli Polyclinic Catholic University, Rome, Italy


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L’infarto miocardico acuto con sopraslivellamento del tratto ST è causato dall’occlusione di una arteria coronarica, che, nella maggior parte dei casi, è dovuta alla rottura di una placca aterosclerotica con conseguente trombosi. Il principale obiettivo terapeutico è ripristinare il flusso coronarico nell’arteria responsabile, il più rapidamente possibile. In questa review, sono discussi i diversi approcci terapeutici utilizzati per tale scopo. L’angioplastica primaria è considerata la terapia migliore perché si associa a una ridotta mortalità intraospedaliera, riduce il rischio di reinfarto e di ictus, di emorragia cerebrale e rottura di cuore da emorragia miocardia rispetto alla trombolisi. Essa è superiore all’angioplastica facilitata, cioè all’angioplastica d’emergenza programmata dopo trombolisi, perché riduce mortalità, rischio di reinfarto, ictus e sanguinamento. L’angioplastica rescue dopo trombolisi inefficace si è dimostrata associata con una riduzione dell’insorgenza di insufficienza cardiaca precoce e con una migliorata sopravvivenza a un anno, rispetto alla terapia medica conservativa, nei pazienti con infarto miocardico di dimensioni medio-grandi, in una meta-analisi di 9 trial randomizzati, con utilizzo di solo pallone. Inoltre, una meta-analisi di 5 trial randomizzati, nell’epoca degli stent, ha mostrato una riduzione statisticamente significativa del 36% di rischio di mortalità a 30 giorni, con un trend verso un minore rischio di insufficienza cardiaca, sebbene con un rischio aumentato di ictus tromboembolico, non statisticamente significativo, nei pazienti sottoposti ad angioplastica rescue. Comunque, quest’ultima non si associa a una prognosi migliore nel lungo termine. La trombectomia con laser potrebbe rivelarsi un’utile strategia aggiuntiva che meriterebbe di essere confrontata con lo stenting tradizionale in trial randomizzati futuri.

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