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Minerva Cardioangiologica 2006 August;54(4):431-42
Copyright © 2006 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
Acido alfa-linolenico e malattie cardiovascolari. Gli omega-3 oltre l’acido eicosapentaenoico e l’acido docosaesanoico
Nannicini F. 1, Sofi F. 2, Avanzi G. 3, Abbate R. 2, Gensini G. F. 2, 4
1 Pratese Institute of Cardiology, Prato, Italy 2 Department of Medical and Surgical Critical Area, Thrombosis Center University of Florence, Florence, Italy 3 Department of Cardiovascular Diseases Careggi University Hospital, Florence, Italy 4 S. Maria agli Ulivi Center Don Carlo Gnocchi Foundation, Onlus IRCCS, Impruneta, Florence, Italy
Nel corso degli ultimi decenni numerosi studi hanno dimostrato con chiarezza l’effetto benefico degli acidi grassi poli-insaturi nei confronti delle malattie cardiovascolari. Tuttavia, la maggior parte dei lavori scientifici disponibili in letteratura riguardano direttamente gli acidi grassi omega-3 a catena lunga, quali l’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA), mentre meno studiato, anche se di non minore importanza, è il capostipite di questi acidi grassi, l’acido alfa-linolenico (ALA).
L’ALA possiede un effetto protettivo per la malattia aterosclerotica attraverso meccanismi diversi da quello antiaritmico. L’ALA è, infatti, un potente inibitore della via metabolica che porta alla formazione degli acidi grassi poli-insaturi omega-6. Un adeguato consumo giornaliero di ALA devia la via metabolica verso la via dell’EPA, favorendo la produzione di metaboliti ad azione prevalentemente antiaggregante e vasodilatante a discapito della produzione di eicosanoidi ad attività prevalentemente proaggregante e vasocostrittrice derivati dalla linea omega-6 a partenza dall’acido arachidonico.
Numerosi studi su ampie e diverse popolazioni hanno evidenziato con chiarezza il ruolo protettivo dell’ALA nei confronti delle malattie cardiovascolari, per la riduzione dell’incidenza di eventi coronarici fatali e non. Sulla base di tali risultati le più importanti società scientifiche raccomandano l’introduzione di cibi ricchi in ALA come strumento preventivo nei confronti della malattia aterosclerotica.