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CLINICAL ADVANCES IN METABOLIC SYNDROME
Minerva Cardioangiologica 2006 April;54(2):229-39
Copyright © 2006 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
Nonalcoholic fatty liver disease and the metabolic sindrome
Marchesini G., Babini M.
Unit of Metabolic Diseases Department of Internal Medicine and Gastroenterology Alma Mater Studiorum University of Bologna, Bologna, Italy
Negli ultimi 15 anni, si è progressivamente affermato il concetto che vede nella steatosi epatica il momento iniziale di un danno epatico potenzialmente progressivo. La steatosi epatica non alcolica (nonalcoholic fatty liver disease, NAFLD) ha assunto quindi una notevole importanza, configurandosi come una via metabolica alla cirrosi e al carcinoma epatocellulare. Altri agenti eziologici, in particolare il virus C dell’epatite, possono interagire con la malattia metabolica attraverso vie non interamente chiarite. Il diabete tipo 2, l’obesità e la dislipidemia rimangono i principali fattori di rischio della NAFLD, che viene a essere considerata come l’espressione epatica della sindrome metabolica (SM). Una serie importante di studi ha messo in luce i rapporti tra NAFLD e SM, il rischio di malattia epatica associato alle varie condizioni che caratterizzano la SM e l’importanza dell’insulino resistenza come denominatore comune. Resta da chiarire il meccanismo di progressione del danno epatico dalla semplice steatosi alla steatoepatite e infine alla cirrosi e la ragione per la quale si giunge solo in alcuni casi alla malattia epatica terminale e in altri (la grande maggioranza) agli eventi cardiovascolari. L’epidemia di obesità e diabete del mondo occidentale prospetta un aumento significativo dei casi di malattia epatica su base metabolica per i prossimi anni. Progetti di prevenzione e di intervento basati sullo stile di vita divengono quindi particolarmente urgenti anche per quanto riguarda l’epatopatia metabolica.