Home > Riviste > Minerva Cardiology and Angiology > Fascicoli precedenti > Minerva Cardioangiologica 2005 February;53(1) > Minerva Cardioangiologica 2005 February;53(1):59-68

ULTIMO FASCICOLO
 

JOURNAL TOOLS

Opzioni di pubblicazione
eTOC
Per abbonarsi
Sottometti un articolo
Segnala alla tua biblioteca
 

ARTICLE TOOLS

Estratti
Permessi
Share

 

REVIEW   

Minerva Cardioangiologica 2005 February;53(1):59-68

Copyright © 2005 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Inglese, Italiano

Come utilizzare la proteina C reattiva nelle patologie cardiache?

Ursella S., Mazzone M., Portale G., Testa A., Pignataro G., Covino M., Fenici P., Gasbarrini G. B., Gentiloni Silveri N.


PDF


L'infiammazione costituisce un fattore importante nel processo dell'aterotrombosi. La proteina C reattiva (PCR) non è solo un eccellente marcatore biologico dell'infiammazione ma è anche coinvolta direttamente nell'aterogensi. La PCR può predire nuovi eventi coronarici inclusi infarto miocardico e morte in pazienti affetti da cardiopatia ischemica. Il valore predittivo della PCR è, nella maggioranza degli studi, indipendente da e si aggiunge a quello delle troponine e i suoi livelli possono essere modulati dalle statine. Studi osservazionali prospettici mostrano come valori moderatamnete elevati di PCR si associano con una prognosi cardiovascolare avversa tra gli individui sani. La disponibilità di metodi di dosaggio a elevata sensibilità della PCR fornirà un valido strumento per identificare quei pazienti a rischio di eventi cardiovascolari in prevenzione primaria insieme alla riduzione del colesterolo-LDL e sarà, inoltre, utile nell'orientare il trattamento delle sindromi coronariche acute tramite terapia coronarica percutanea. Elevati valori di PCR associati a un rischio più elevato dovrebbero suggerire una terpia medica più aggressiva nel lungo e breve termine, incluso l'uso degli inibitori della glicoproteina IIb/IIIa, dosi più elevate di statine e, quando l'intervento percutaneo è necessario, il posizionamento di uno stent intracoronarico. In conclusione, la PCR si presenta come un marker accessibile al clinico per l'ulteriore valutazione dell'ipotesi infiammatoria dell'aterosclerosi coronarica.

inizio pagina