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REVIEW   

Minerva Cardioangiologica 2005 February;53(1):15-42

Copyright © 2005 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Inglese

Optimal antithrombotic treatment for percutaneous coronary intervention

Kadakia R. A., Ferguson J. J.


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Gli ultimi anni hanno evidenziato progressi significativi nel trattamento per via percutanea dei pazienti con malattia coronarica. Per minimizzare il rischio di necrosi miocardica perioperatoria, della trombosi intrastent e di altre complicanze operatorie, i farmaci antiaggreganti piastrinici e antitrombotici vengono ormai somministrati routinariamente. Questa review fornisce l'attuale opinione sulla terapia antitrombotica aggiuntiva ottimale per gli interventi per via percutanea a carico delle coronarie (percutaneous coronary intervention, PCI), riconoscendo che l'ottimo è necessariamente un aspetto soggettivo. Questo articolo si focalizza in modo particolare sui farmaci anticoagulanti quali l'eparina non frazionata, l'eparina a basso peso molecolare, gli inibitori diretti della trombina e i farmaci antiaggregante piastrinici quali l'aspirina, le tienopiridine e i farmaci inibitori delle glicoproteine IIb/IIIa. L'articolo inizia con una discussione generale riguardante l'utilizzo degli anticoagulanti e gli interventi per via percutanea, in seguito fornisce un riassunto dell'attuale punto di vista sul processo coagulativo. Viene quindi preso in considerazione il meccanismo di azione dei singoli farmaci, seguito dalla presentazione di alcuni dati ottenuti da recenti studi clinici riguardanti i farmaci anticoagulanti e antiaggregante piastrinici utilizzati durante le PCI. Infine, presentiamo un riassunto delle raccomandazioni per le procedure anticoagulanti durante le PCI a basso, intermedio ed alto rischio ed elenchiamo le dosi che riteniamo appropriate per i farmaci impiegati. Ultimo concetto: è il singolo cardiologo interventista che deve decidere esattamente quale sia la terapia antitrombotica ottimale per una PCI.

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