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REVIEW SCOMPENSO CARDIACO
Minerva Cardioangiologica 2003 April;51(2):165-78
Copyright © 2003 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
Rischio aritmico nei pazienti con scompenso cardiaco cronico
De Feo S., Opasich C.
Numerosi studi indicano che la morte improvvisa è responsabile di circa il 40% dei decessi di pazienti affetti da scompenso cardiaco cronico. La morte improvvisa è generalmente, ma non sempre, aritmica e solo raramente è possibile stabilire con certezza l'origine aritmica della morte. Il rischio di morte improvvisa, in particolare degli eventi tachiaritmici, risulta relativamente più frequente in pazienti in classe funzionale meno avanzata, mentre diventa meno rilevante nei pazienti con malattia cardiaca più severa. L'anamnesi positiva per aritmie ventricolari maligne o per sincope e l'inducibilità di aritmie ventricolari sostenute allo studio elettrofisiologico sono stati considerati predittori indipendenti di aumentato rischio di morte improvvisa. Una bassa frazione di eiezione ventricolare sinistra presenta un elevato potere predittivo di mortalità, ma non in modo specifico di morte improvvisa. Accanto a questi, indici di dispersione del periodo refrattario e di alterata bilancia simpato-vagale sono stati proposti più recentemente con risultati ancora incerti.
In conclusione, i parametri testati consentono di ottenere una valutazione del rischio generico di morte ma nessuno di essi svolge un ruolo specifico nella stratificazione del rischio di morte aritmica.