![]() |
JOURNAL TOOLS |
Opzioni di pubblicazione |
eTOC |
Per abbonarsi |
Sottometti un articolo |
Segnala alla tua biblioteca |
ARTICLE TOOLS |
Estratti |
Permessi |
Share |


I TUOI DATI
I TUOI ORDINI
CESTINO ACQUISTI
N. prodotti: 0
Totale ordine: € 0,00
COME ORDINARE
I TUOI ABBONAMENTI
I TUOI ARTICOLI
I TUOI EBOOK
COUPON
ACCESSIBILITÀ
CARDIOLOGIA INTERVENTISTICA
Minerva Cardioangiologica 2002 October;50(5):419-30
Copyright © 2002 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
Drug-eluting stents
Chieffo A., Colombo A.
Gli stent a rilascio controllato di farmaco rappresentano la terza rivoluzione in cardiologia interventistica dopo l'introduzione nella pratica clinica dell'angioplastica coronarica e degli stent.
È noto che il limite principale degli interventi coronarici percutanei (PCI) è tutt'oggi rappresentato dal fenomeno della restenosi.
Recentemente la disponibilità di stent in grado di garantire un rilascio locale controllato di sostanze ad attività antiproliferativa (drug eluting stent) ha portato alla valutazione di una serie di composti in grado di prevenire e trattare la restenosi dopo impianto di stent.
La rapamicina (Sirolimus) è un potente agente immunosoppressivo in grado di inibire la proliferazione e la migrazione delle cellule muscolari lisce (SMC) in vitro e, quindi, di ridurre la formazione di neointima mediante blocco del ciclo cellulare alla fase di transizione G1-S. In uno studio pilota confermato dai risultati di un recente studio clinico randomizzato l'utilizzo di stent a rilascio controllato di rapamicina ha dimostrato prevenire l'incidenza di restenosi dopo impianto di stent. Risultati promettenti provengono anche dall'utilizzo di stent a rilascio controllato di paclitaxel. Il paclitaxel (Taxolo) è un agente antineoplastico che agisce determinando la formazione di microtubuli abnormalmente stabili i quali interfericono con la normale replicazione cellulare. Attualmente, gli stent a rilascio di farmaco rappresentano uno dei campi più promettenti della Cardiologia Interventistica. Affinché essi possano realmente confermare le loro potenzialità, è necessario attendere i risultati di diversi studi clinici ancora in corso, il loro utilizzo nella pratica clinica quotidiana e i risultati a un follow-up di almeno 5 anni.