![]() |
JOURNAL TOOLS |
Opzioni di pubblicazione |
eTOC |
Per abbonarsi |
Sottometti un articolo |
Segnala alla tua biblioteca |
ARTICLE TOOLS |
Estratti |
Permessi |
Share |


I TUOI DATI
I TUOI ORDINI
CESTINO ACQUISTI
N. prodotti: 0
Totale ordine: € 0,00
COME ORDINARE
I TUOI ABBONAMENTI
I TUOI ARTICOLI
I TUOI EBOOK
COUPON
ACCESSIBILITÀ
NOTE DI TECNICA
Minerva Cardioangiologica 2002 April;50(2):161-8
Copyright © 2002 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese, Italiano
Rivascolarizzazione miocardica in minitoracotomia sinistra. Esperienza su 32 casi
Podestà A., Parodi E., Dottori V., Crivellari R., Passerone G. C.
Obiettivo. L'obiettivo che questo studio si propone è la verifica dei vantaggi offerti da una tecnica di rivascolarizzazione miocardica proposta da Kolessov nel 1967: la rivascolarizzazione miocardica in minitoracotomia. I propositi sono di verificarne i benefici a breve e medio termine.
Nel corso degli anni '80, le problematiche legate alla circolazione extracorporea (CEC) e le controindicazioni alla rivascolarizzazione miocardica tradizionale, hanno riportato alla ribalta le tecniche di rivascolarizzazione a «cuore battente».
Metodi. La più importante ed ampia casistica, riportata in Letteratura di pazienti sottoposti a rivascolarizzazione miocardica in minitoracotomia sinistra è quella di Calafiore et al. In questo lavoro riportiamo la casistica del nostro centro che, seppur di ridotta consistenza per i soli 32 casi presentati, evidenzia i buoni risultati ottenuti a breve e medio termine.
Questa procedura chirurgica può essere applicata solo a pazienti che presentano coronaropatia ostruttiva monovasale a carico dell'IVA che non presenti calibro piccolo, pareti calcifiche o posizione anatomica lateralizzata od intramiocardica.
Risultati. Le indagini strumentali invasive e non effettuate per controllo delle anastomosi distali dell'arteria mammaria interna sinistra (AMI): non hanno riscontrato angolazioni e/o trazioni stenosanti prima dell'anastomosi dell'AMI in grado significativo anche per la cura, nell'isolamento dell'AMI, di ottenere la maggior lunghezza possibile e la miglior mobilità. Non si sono verificate nel postoperatorio infezioni delle ferite chirurgiche come talvolta accade nella sternotomia longitudinale mediana.
Conclusioni. Il follow-up a due anni evidenzia la scomparsa dell'angina nel 100% dei pazienti considerati, oltre ad una soddisfacente e rapida ripresa della vita di relazione.