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ARTICOLI ORIGINALI   

Minerva Cardioangiologica 2002 April;50(2):143-52

Copyright © 2002 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Inglese, Italiano

Le infezioni protesiche

Matarazzo A., Sassi O., Florio A., De Vivo S., Mainelli R.


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Obiettivo. Gli Autori riportano gli attuali orientamenti in tema di eziopatogenesi, diagnosi e trattamento delle infezioni di angioprotesi e riportano la loro esperienza. Il lavoro riguarda la classificazione in infezioni precoci ed infezioni tardive, il riconoscimento dei microrganismi responsabili, il riferimento alla formazione di pseudoaneurisma anastomotico per le infezioni interessanti le linee di sutura ed alla fistola aorto-enterica.
Metodi. Lo studio retrospettivo si svolge in un arco di tempo di 9 anni (1990-1999) durante il quale sono stati eseguiti 520 interventi di impianto di materiale protesico.
Risultati. I casi di infezione protesica verificatisi sono stati 19 il trattamento dei quali ha portato risultati favorevoli in 11 casi, in 7 casi si è resa necessaria l'amputazione dell'arto. Solo un paziente è deceduto.
Conclusioni. Negli ultimi anni i risultati del trattamento sono migliorati, grazie ad una condotta terapeutica più raffinata e codificata, all'impiego di materiali protesici più resistenti all'infezione, ad una maggior attenzione alla asepsi prima, durante e dopo l'intervento, e alla profilassi antibiotica prima, durante e dopo l'intervento. Tuttavia l'infezione protesica resta una temibile complicanza negli interventi di rivascolarizzazione diretta. L'atteggiamento terapeutico è sostanzialmente aggressivo e fondamentale è la rimozione della protesi infetta. Tuttavia pensiamo non sia da sottovalutare il trattamento locale aperto che, nelle infezioni localizzate, superficiali e non coinvolgenti le anastomosi, consente di conservare l'angio-protesi e portarla all'attecchimento.

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