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Minerva Cardioangiologica 1999 January-February;47(1-2):25-30

Copyright © 1998 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Italiano

Aterosclerosi carotidea ed ictus aterotrombotico (Attuali prospettive diagnostiche e terapeutiche)

Oliviero U., Iasiuolo L., La Pastina G., Conturso V., Bonè F., Riccio G., Fazio S.


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Le lesioni dei vasi carotidei possono essere studiate sia sotto il profilo emodinamico che morfostrutturale attraverso l'eco color-Doppler vascolare. Dall'analisi dei rapporti tra caratteristiche morfostrutturali della placca carotidea e comparsa di eventi ischemici cerebrali si è sviluppato nel tempo il concetto di placca carotidea «a rischio» (stenosi >70%, stenosi del 50-60% con superficie irregolare, ulcerazione, emorragia intramurale) suscettibile di correzione chirurgica.
L'efficacia della tromboendoarteriectomia carotidea è stata confermata da studi prospettici eseguiti sia in pazienti sintomatici che asintomatici, consentendo di definire le linee guida per questo intervento di chirurgia essenzialmente profilattica.
Gli altri pazienti con aterosclerosi carotidea saranno avviati alla terapia media, innanzitutto correggendo i fattori di rischio (ipertensione, ipercolesterolemia, fumo di sigarette, diabete mellito), in secondo luogo instituendo un'idonea terapia antiaggregante che, efficace anche nella fase acuta dello stroke, certamente determina una significativa riduzione dell'incidenza di eventi vascolari in pazienti con lesioni aterosclerotiche carotidee. Ancora oggi, tuttavia, non è ben chiaro se il miglioramento della storia naturale della malattia aterosclerotica indotto dalla terapia antiaggregante avvenga attraverso un rallentamento della ''crescita'' delle placche aerosclerotiche carotidee evidenziate all'esame eco Doppler o piuttosto attraverso meccanismi più complessi, ancora incompletamente definiti.

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