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REVIEW
Minerva Cardioangiologica 2009 October;57(5):611-20
Copyright © 2009 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
La trombosi intrastent negli stent medicati
Pilgrim T., Windecker S. ✉
Department of Cardiology, Bern University Hospital, Bern, Switzerland
Gli stent medicati (drug-eluting stent, DES) hanno ridotto del 50-70%, rispetto agli stent convenzionali, il rischio di ripetere procedure di rivascolarizzazione miocardica per una vasta gamma di lesioni e di gruppi di pazienti. La trombosi intrastent (stent thrombosis, ST) è un effetto collaterale raro, ma devastante, che porta ad una brusca occlusione dell’arteria trattata con il rischio incombente di morte improvvisa o infarto miocardico. Sebbene la trombosi intrastent sia stata riconosciuta come un difetto rilevabile subito dopo l’impianto degli stent coronarici, è comparsa, come nuova complicanza dell’uso dei DES, la trombosi intrastent molto tardiva che avviene più di un anno dopo l’impianto dello stent. Il meccanismo che conduce alla ST tardiva è complesso e soltanto parzialmente compreso. Il ritardato processo di guarigione e l’incompleta ri-endotelizzazione si presentano, dagli studi autoptici, come i prevalenti meccanismi di trombosi. Vari componenti dei DES possono dare adito a trombosi intrastent tardiva, in particolare i polimeri usati per il rilascio controllato dei farmaci. I DES di nuova generazione tentano di affrontare questi problemi puntando sul miglioramento del processo di guarigione vascolare e sostenendo nel contempo una potente soppressione della proliferazione neointimale.