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Minerva Cardioangiologica 2008 February;56(1):167-70
Copyright © 2008 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
Angioplastica percutanea del tronco comune non protetto con stent medicati in un paziente novantenne: fattibile e sicura nonostante le ristenosi ricorrenti
Sillano D., Moretti C., Biondi-Zoccai G., Sheiban I.
Interventional Cardiology, Division of Cardiology University of Turin, Turin, Italy
La gestione della cardiopatia ischemica severa nei pazienti molto anziani è un’importante sfida terapeutica. Inoltre, la strategia di rivascolarizzazione più appropriata è molto dibattuta. Finora, il bypass coronarico ha rappresentato il trattamento di scelta per le stenosi significative del tronco comune non protetto. Tuttavia, non è chiaro se questo valga anche per i pazienti molto anziani. Presentiamo in questa sede il caso di un uomo diabetico di 91 anni sottoposto ad angiografia coronarica nel giugno 2005 per angina instabile subacuta. L’angiografia ha dimostrato delle stenosi critiche a carico del tratto distale del tronco comune non protetto, della discendente anteriore e della circonflessa distale, trattate rispettivamente con stent a rilascio di paclitaxel e BMS. Quattro mesi dopo, in seguito alla recidiva di angina, il paziente è stato sottoposto ad una seconda angiografia, che ha dimostrato una ristenosi critica della discendente anteriore ed una stenosi ostiale significativa della circonflessa. Un ulteriore stent a rilascio di paclitaxel è stato pertanto impiantato sulla discendente anteriore, seguito da un kissing baloon del tronco comune, ottenendo un buon risultato angiografico. Sei mesi dopo, il paziente ha nuovamente presentato angina: all’angiografia, abbiamo riscontrato una ristenosi diffusa del tronco comune, della discendente anteriore e della circonflessa. È stata pertanto impiegata una tecnica crushing per l’applicazione di due stent a rilascio di sirolimus, con risultato finale soddisfacente. Da allora (a 17 mesi dall’ultima procedura), il paziente è del tutto asintomatico per angina pectoris. Questo caso sottolinea le potenzialità ed i limiti dell’angioplastica percutanea del tronco comune, indicando tuttavia che questa strategia di rivascolarizzazione può essere sicuramente ripetuta anche nei pazienti anziani.