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SMART 2006 - Milano, 10-12 maggio 2006 Free access
Minerva Anestesiologica 2006 June;72(6):483-7
Copyright © 2006 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
Hemodynamic monitoring in ICU
Stucchi R. 1, Poli G. 2, Fumagalli R. 1, 2
1 Institute of Anesthesia and Intensive Care Faculty of Medicine, University of Milano-Bicocca, Milan, Italy 2 Department of Anesthesia and Intensive Care Intensive Care Unit Ospedali Riuniti, Bergamo, Italy
L’apporto di ossigeno ai tessuti è possibile solo in condizione di un adeguato flusso sanguigno. La richiesta di ossigeno rappresenta la forza responsabile delle regolazioni emodinamiche. L’organismo agisce su 4 modulatori (volume intravascolare, inotropismo, vasoattività, cronotropismo) al fine di regolare lo stato emodinamico.
Il monitoraggio emodinamico consiste in tecniche capaci di valutare lo stato emodinamico del paziente e di comprendere i meccanismi alla base dello scompenso; l’obiettivo è mantenere un’adeguata perfusione tessutale attraverso appropriati interventi terapeutici. Una diagnosi precoce di uno stato emodinamico alterato è cruciale per un trattamento precoce; alcuni studi hanno indagato l’efficacia di interventi sull’emodinamica con risultati contrastanti: troppe variabili possono infatti modificare i risultati: il tempo di inizio e la durata del trattamento, i farmaci usati, ecc..
Tuttavia almeno in alcune specifiche condizioni come la sepsi, un intervento precoce ha un impatto positivo sulla mortalità.
In questa presentazione verranno brevemente analizzati i principali parametri utilizzati nelle Unità di Terapia Intensiva.
Verranno considerati la pressione arteriosa, la pressione venosa centrale, i parametri derivati dal cateterismo dell’arteria polmonare, la SvO2 e la loro relazione con la perfusione d’organo e verranno riesaminati gli aspetti positivi e negativi di questo tipo di monitoraggio.
A partire da queste considerazioni vorremmo sottolineare l’importanza di comprendere le basi fisiologiche del monitoraggio e la corretta interpretazione di dati al fine di migliorare l’outcome del paziente.