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Minerva Anestesiologica 2006 March;72(3):97-109
Copyright © 2006 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
Residual neuromuscular blockade: incidence, assessment, and relevance in the postoperative period
Murphy G. S.
Department of Anesthesiology Evanston Northwestern Healthcare Northwestern University Feinberg School of Medicine, IL, USA
Gli effetti residui dei farmaci che agiscono provocando un blocco neuromuscolare possono persistere nelle fasi precoci del recupero postoperatorio, anche quando il blocco neuromuscolare è stato attentamente monitorato e riconvertito già in sala operatoria. Recenti dati suggeriscono che lievi gradi di paresi residua (ratio della TOF-train-of-four-di 0,7-0,9) possono essere associati a un significativo peggioramento della funzionalità dei muscoli respiratori e faringei. Di conseguenza, il nuovo punto di riferimento per considerare accettabile il recupero neuromuscolare è rappresentato da una ratio della TOF ≥0,9. Diversi studi hanno dimostrato che molti pazienti continuano a giungere nelle sale di risveglio con ratio <0,7-0,9. Per ridurre il rischio di paresi residua postoperatoria possono essere utilizzate diverse tecniche, fra le quali evitare la somministrazione di miorilassanti a lunga durata d’azione, il monitoraggio dell’attività neuromuscolare durante l’intervento chirurgico, l’inversione di routine del blocco neuromuscolare con un punteggio TOF di 2-3 e la somministrazione precoce di antidoti. L’attenta gestione del blocco neuromuscolare può limitare la comparsa di effetti collaterali associati alla paralisi residua postoperatoria. Sono necessari studi su larga scala per chiarire definitivamente l’impatto del blocco neuromuscolare residuo sulla morbidità e mortalità nei pazienti chirurgici.