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Minerva Anestesiologica 2005 December;71(12):741-58
Copyright © 2005 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
Plasma substitutes
Boldt J., Suttner S.
Department of Anesthesiology and Intensive Care Medicine, Klinikum der Stadt, Ludwigshafen, Germany
Un adeguato ripristino del volume intravascolare resta una manovra terapeutica importante nella gestione chirurgica, medica e nella terapia intensiva di un paziente. Uno dei problemi tuttora scottanti è la definizione della strategia ideale di rimpiazzo del volume. La scelta tra soluzioni colloidali e quelle cristalloidi continua a generare controversie. La disputa principale sulle soluzioni colloidali/cristalloidi si è allargata a quelle colloidali/colloidali, dal momento che a fianco dell’albumina, colloide naturale, diverse sostanze colloidale non proteiche (sintetiche) sono disponibili come sostitutivi del plasma (ad esempio i destrani, le gelatine, le soluzioni di idrossietil-amido [HES]). A causa delle loro variabili proprietà chimico-fisiche, queste soluzioni differiscono ampiamente tra loro per quanto riguarda i comportamenti farmacocinetici e farmacodinamici, così come per la loro efficacia emodinamica e gli effetti collaterali. HES è il sostitutivo del plasma più intensamente studiato. Le sue differenti preparazioni vengono definite dalla concentrazione, dalla sostituzione molare, dal peso molecolare medio e dal rapporto C2/C6 di sostituzione. Due nuove preparazioni di HES, una terza generazione con minor peso molecolare e minor sostituzione molare (6% HES 130/0,4) rispetto a tutte quelle precedenti e una prima generazione di HES preparata in soluzione bilanciata possono essere promettenti nel migliorare la terapia dei pazienti ipovolemici. L’albumina non può essere raccomandata per correggere l’ipovolemia a causa dei suoi costi elevati e perché essa può essere facilmente rimpiazzata da altri colloidi non proteici. Anche i destrani non dovrebbero più essere utilizzati a causa del loro effetto negativo sulla coagulazione e per il loro potere anafilattico.
La controversia storica sui cristalloidi/colloidi ha riguardato originariamente le conseguenze. Vi è un’evidenza crescente che le conseguenze (mortalità) non sono una misura corretta quando si voglia valutare la strategia ideale di rimpiazzo del volume. Nuovi concetti circa l’assistenza durante fasi critiche quali la per fusione di un organo e la sua funzionalità, il ruolo dell’infiammazione, gli aspetti immunologici e la cicatrizzazione delle ferite possono far cambiare questo punto di vista. Sinora, il rimpiazzo di volumi si è spesso basato sull’arte, su dogmi e su convinzioni personali. Ulteriori studi, ben condotti, su quest’area saranno di aiuto nel portare nuova luce sulla strategia ideale di rimpiazzo di volume nel paziente ipovolemico e per risolvere questo problema, piuttosto che le meta-analisi scaturite da studi datati o molto datati.