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  SMART 2005 - Milano, 11-13 maggio 2005 Free accessfree

Minerva Anestesiologica 2005 June;71(6):385-9

Copyright © 2005 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Inglese

Infectious diseases of childhood and their anesthetic implications

Pietrini D. 1, Pusateri A. 1, Tosi F. 1, Scorzoni M. 1, Piastra M. 2

1 Department of Anesthesiology and Intensive Care, U.C.S.C. Rome 2 Pediatric Intensive Care Unit Department of Pediatrics, UCSC Rome


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In questi ultimi anni nel mondo occidentale le malattie infettive infantili sono drammaticamente diminuite. La ragione principale è rappresentata dalle migliori condizioni socio-economiche, ma non bisogna dimenticare l’alta efficacia dei programmi di immunizzazione. Tuttavia, i bambini possono ancora essere esposti alle infezioni, dal momento che i vaccini non sono in grado di proteggere totalmente tutti i pazienti trattati. Gli anestesisti dovrebbero fare attenzione al meccanismo di base dell’immunizzazione, dal momento che è ben noto che l’anestesia e l’intervento chirurgico di per se stessi deprimono la risposta immune. Infatti, il protossido di azoto deprime l’attività del midollo osseo, mentre l’alotano, il protossido di azoto, nuovamente, e l’isoflurano riducono l’attività biocida dei neutrofili. Al contrario, tutte le tecniche anestesiologiche (anestesia locale) che inibiscono le risposte allo stress hanno effetti benefici sulla funzionalità del sistema immune. Le procedure non urgenti che necessitano di anestesia dovrebbero essere differite per 3 settimane dopo la somministrazione di un vaccino, quando saranno scomparsi tutti i sintomi ad esso correlati. E’ anche importante la conoscenza del periodo di incubazione, che è il tempo intercorrente tra il contatto con una persona affetta da una malattia infettiva e l’esordio della malattia stessa nel soggetto che ne è venuto in contatto. Durante questi periodi di tempo l’anestesia elettiva non dovrebbe essere eseguita. D’altra parte, se l’anestesia viene somministrata, la capacità del paziente di reagire può essere compromessa ed è possibile la comparsa di un’esacerbazione della malattia in fase florida comprendente le complicanze correlate.

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