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  SMART 2005 - Milano, 11-13 maggio 2005 Free accessfree

Minerva Anestesiologica 2005 June;71(6):373-8

Copyright © 2005 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Inglese

Use of Protein C concentrate in pediatric patients with sepsis

Silvani P., Camporesi A., Licari E., Wolfler A.

Intensive Care Unit, V. Buzzi Children’s Hospital Milan, Italy


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Obiettivo. La proteina C è una glicoproteina plasmatica implicata nella modulazione della coagulazione e dell’infiammazione. I suoi livelli diminuiscono nella sepsi e in corso di patologie correlate, dove si è anche dimostrata essere un indicatore prognostico del decorso. L’infusione di proteina C esogena, sebbene non sia in grado di diminuire la mortalità della sepsi grave e dello shock settico, può risolvere in sicurezza lo sbilancio coagulativo correlato a questi stati patologici.
Metodi. In 3 centri italiani di terapia intensiva pediatrica è stato eseguito uno studio retrospettivo, che ha preso in considerazione un periodo di tempo pari ad 1 anno, sull’utilizzazione della proteina C nella sepsi grave e nello shock settico. Sono stati analizzati i dati ottenuti da 29 pazienti. L’età, il PIM 2, la mortalità e la durata del ricovero sono stati confrontati tra i pazienti trattati e quelli non trattati. I pazienti trattati sono anche stati valutati a seconda della dose di proteina C somministrata, della durata del trattamento e delle modificazioni dei parametri emocoagulativi, prima dell’infusione di proteina C ed ogni 24 ore.
Risultati. Nei pazienti trattati l’attività della proteina C, del tempo di protrombina (PT), del tempo di tromboplastina parziale (PTT) e del fibrinogeno è migliorata significativamente dai valori basali al giorno 5 (p<0,05). La diminuzione del d-dimero non è stata veramente significativa (p<0,0514). L’aumento della conta piastrinica e dell’attività dell’antitrombina III non è stato significativo. Non sono state osservati effetti collaterali relativi al concentrato di Proteina C. Circa la mortalità, nei due gruppi non si è osservata alcuna differenza.
Conclusioni. Sebbene la proteina C sia inclusa nelle linee guida per la gestione della sepsi grave e dello shock settico, solo il 38% dei pazienti studiati è stato sottoposto ad trattamento con essa. Anzi,
nel gruppo dei pazienti trattati il dosaggio della proteina C era inferiore a quello raccomandato, così come la durata del trattamento. In accordo con studi precedenti non abbiamo osservato differenze circa la mortalità tra i pazienti trattati e quelli non trattati. I nostri risultati hanno evidenziato un aumento significativo dell’attività della proteina C nel plasma dopo infusione di concentrato di proteina C. Questo aumento dei valori della proteina C sembra essere sufficiente a rimediare ad alcune, ma non a tutte, le anormalità del sistema coagulativo. Per stabilire il ruolo effettivo della terapia con proteina C sulla mortalità è auspicabile che venga eseguito uno studio clinico di fase 3, controllato, versus placebo, su bambini con sepsi grave e shock settico.

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