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  SMART 2005 - Milano, 11-13 maggio 2005 Free accessfree

Minerva Anestesiologica 2005 June;71(6):255-8

Copyright © 2005 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Inglese

Ventilator or physician-induced lung injury?

Villar J.

Research Institute, Hospital Universitario N.S. of Candelaria, Tenerife, Spain Adjunct Scientist, Research Center St. Michael’s Hospital, Toronto, Ontario, Canada


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Una delle sfide principali nell’assistenza medica critica è rappresentata dalla sindrome acuta da distress respiratorio (ARDS), la forma più grave di danno polmonare acuto (ALI). L’evidenza derivante dagli studi sperimentali suggerisce che la ventilazione meccanica può provocare o aggravare il danno polmonare. Nota come danno polmonare indotto da ventilatore, questa condizione ricorda la ALI e la ARDS ed è difficile da identificare nell’uomo perché la sua comparsa si sovrappone alla patologia sottostante, supportando l’ipotesi che la ventilazione meccanica può estendere la gravità del preesistente danno polmonare.Vi è sempre più evidenza laboratoristica sui modelli di ARDS che ventilare con volumi correnti relativamente bassi e alti livelli di pressione positiva al termine dell’espirazione (PEEP) sia clinicamente benefico. Nel 2000 l’ARDS Network ha pubblicato dati che riferivano una mortalità ridotta (dal 40% al 31%) in una popolazione mista di pazienti con ALI e ARDS ventilati con metà del volume corrente utilizzato per il gruppo di controllo. Tuttavia, quasi 4 anni dopo la prima descrizione di ARDS, molti ricercatori ed esperti nel campo applicano ancora essenzialmente la stessa strategia ventilatoria (volume corrente maggiore di 10 ml/kg di peso corporeo e livelli di PEEP inferiori a 10 cmH2O) applicata nella descrizione originale dell’ARDS.

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