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Minerva Anestesiologica 2004 March;70(3):97-107
Copyright © 2004 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano, Inglese
Impiego dell’acido tranexamico negli interventi di rivascolarizzazione coronarica: confronto fra basso e alto dosaggio
Armellin G., Vinciguerra A., Bonato R., Pittarello D., Giron G. P.
Anesthesiology and Resuscitation Section Department of Pharmacology and Anesthesiology “Egidio Meneghetti” University of Padua, Padua, Italy
Obiettivo. La somministrazione profilattica di acido tranexamico riduce il sanguinamento e le trasfusioni ematiche dopo interventi cardiochirurgici ma posologia e timing rimangono tuttora controversi.
Metodi. Sono stati selezionati 250 pazienti da sottoporre a rivascolarizzazione coronaria primitiva, di elezione. Tali pazienti sono stati suddivisi in 2 gruppi randomizzati: nel gruppo H è stato somministrato acido tranexamico alla dose di 30 mg kg-1 subito dopo l’induzione anestetica, mentre un’uguale dose è stata aggiunta al priming della circolazione extracorporea. Nel gruppo L sono stati somministrati 15 mg kg-1 di acido tranexamico subito dopo l’eparinizzazione del paziente seguita da un’infusione dello stesso alla dose di 1 mg kg h-1 fino al termine dell’intervento chirurgico. Sono state registrate le perdite ematiche postoperatorie e le trasfusioni di sangue e plasma.
Risultati. Non è stata rilevata alcuna differenza tra i gruppi sia per quanto riguarda il sanguinamento postoperatorio sia per quanto riguarda le trasfusioni ematiche.
Conclusioni. Nei pazienti sottoposti a intervento di rivascolarizzazione coronarica primitiva di elezione l’acido tranexamico è stato efficace in modo simile nei 2 schemi terapeutici utilizzati. Teoricamente sembra più sicuro somministrare il farmaco quando il paziente, essendo completamente coagulato, è protetto dal rischio di fenomeni trombotici.