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Minerva Anestesiologica 2003 June;69(6):527-38

Copyright © 2003 EDIZIONI MINERVA MEDICA

Eparinizzazione regionale per emofiltrazione veno-venosa continua in soggetti sottoposti a trapianto di fegato

Biancofiore G., Esposito M., Bindi L., Stefanini A., Bisà M., Boldrini A., Consani G., Filipponi F. 1, Mosca F. 2

Post-surgical and Transplant Intensive Care Unit, 1st Department of Anaesthesia and Intensive Care, Cisanello Hospital, Pisa, Italy 1 Liver Transplant Unit, University School of Medicine, Cisanello Hospital, Pisa, Italy 2 General and Transplantation Surgery University School of Medicine Cisanello Hospital, Pisa, Italy


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Obiettivo. Verificare la sicurezza, l’efficacia e la fattibilità operativa di un protocollo di anticoagulazione regionale in corso di emofiltrazione veno-venosa continua (continuous veno-venous hemofiltration, CVVH) in pazienti a rischio di sanguinamento.
Metodi. Studio prospettico, comparativo, non randomizzato effettuato presso l’unità di terapia intensiva di un ospedale di rilievo nazionale. Sedici soggetti sottoposti a trapianto ortotopico di fegato e affetti da insufficienza renale acuta sono stati trattati con CVVH, per la quale è stato impiegato un protocollo di anticoagulazione del solo circuito mediante somministrazione di eparina e di protamina rispettivamente prima e dopo il filtro; essi sono stati paragonati a 11 pazienti critici anch’essi sottoposti a CVVH, nei quali si è proceduto ad anticoagulazione sistemica con eparina i.v. a basso dosaggio.
Risultati. La durata media dei filtri è stata di 35,8±13,6 ore (95% CI 28,5-43,1) nei pazienti con anticoagulazione regionale e di 34,4±14 ore (95% CI 25,5-43,3; p=0,7) nei controlli. Nel 1° gruppo di pazienti 48 circuiti (47,5% del totale) hanno avuto una durata maggiore di 30 ore mentre altri 22 (21,7%) sono stati sostituiti intenzionalmente dopo 24 ore di utilizzo senza segni di coagulazione del filtro. In nessuno dei 2 gruppi si sono registrate complicazioni emodinamiche o emorragiche e il controllo azotemico è stato sempre soddisfacente.
Conclusioni. In soggetti sottoposti a trapianto epatico l’anticoagulazione regionale ha consentito una durata dei filtri simile a quella ottenibile tramite l’eparinizzazione sistemica, dimostrandosi sicura e di semplice gestione quando impiegata con le moderne macchine per CVVH.

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