![]() |
JOURNAL TOOLS |
Opzioni di pubblicazione |
eTOC |
Per abbonarsi |
Sottometti un articolo |
Segnala alla tua biblioteca |
ARTICLE TOOLS |
Estratti |
Permessi |
Share |


I TUOI DATI
I TUOI ORDINI
CESTINO ACQUISTI
N. prodotti: 0
Totale ordine: € 0,00
COME ORDINARE
I TUOI ABBONAMENTI
I TUOI ARTICOLI
I TUOI EBOOK
COUPON
ACCESSIBILITÀ
CASI CLINICI RIANIMAZIONE Free access
Minerva Anestesiologica 2002 November;68(11):855-9
Copyright © 2009 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese, Italiano
Ruolo della desmopressina nel trattamento di un caso di shock settico refrattario alle catecolamine
Mignani V., Poleggi P., Conti G., Pennisi M. A., Marchese M.
Department of Anesthesia and Resuscitation Catholic University of the Sacred Heart, Rome
Gli Autori descrivono un caso di shock settico refrattario all’infusione di elevate dosi di noradrenalina in presenza di riempimento volemico ottimale, risolto rapidamente dopo l’infusione di desmopressina alla velocità di 0,02 U/min.
In Letteratura esistono vari esempi di trattamento con successo dello shock settico refrattario alle catecolamine mediante l’infusione di arginin-vasopressina, agonista elettivo del recettore V1. Tale agente farmacologico ha potenzialmente l’aspetto negativo di poter indurre vasocostrizione coronarica e splancnica e una notevole difficoltà allo svezzamento che costringe ad una lenta riduzione dell’in-fusione.
Al contrario, la desmopressina non ha tali effetti a livello coronarico ed è in grado di preservare il flusso ematico renale in virtù della sua azione prevalente a livello dei recettori V2 rispetto ai V1.