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Minerva Anestesiologica 2002 November;68(11):825-32

Copyright © 2009 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Inglese, Italiano

Il pacing atriale transesofageo per la terapia delle tachiaritmie sopraventricolari da rientro, in corso di anestesia generale

Romano R. 1, Fattorini F. 2, Ciccaglioni A. 2, Rocco A. 2, Moretti G. 2, Cappelletti M. 2, Pietropaoli P. 2

1 Department of Medical and Surgical Emergencies University of Ancona, Ancona, Italy 2 Department of Anesthesiological Sciences Critical Care and Pain Therapy University “La Sapienza”, Rome, Italy


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Obiettivo. Le tachiaritmie sopraventricolari (SVT) rappresentano un fattore di rischio intraoperatorio che va sempre prevenuto/corretto. I farmaci antiaritmici comunemente impiegati presentano una pericolosità intrinseca legata agli effetti proaritmico e tossico e alla imprevedibilità dell’inizio e della durata d’azione. Viene qui di seguito proposto l’impiego terapeutico del pacing atriale transesofageo (PAT) per l’interruzione di alcune forme di SVT da rientro, insorte in corso di interventi chirurgici eseguiti in anestesia generale.
Metodi. Lo studio è stato condotto su 25 pazienti che presentavano un’anamnesi positiva per episodi tachiaritmici transitori, sottoposti ad anestesia generale con midazolam, propofol, N2O e O2, sevoflurane, fentanil e vecuronio bromuro. Il PAT ha utilizzato burst di 3-5 sec, con frequenza pari ad almeno il 100% del ciclo della tachicardia e intensità degli impulsi da 18 a 25 mA. In queste condizioni, l’interruzione del rientro è stata resa possibile dalla refrattarietà indotta del fronte dell’onda che sosteneva il circuito.
Risultati. In 7 dei 25 pazienti presi in esame, sono insorte intraoperatoriamente le seguenti aritmie cardiache: 1 flutter atriale tipo I, 3 tachicardie reciprocanti intranodali, 2 tachicardie atrioventricolari ortodromiche e 1 tachicardia atrioventricolare antidromica. Il PAT ha sempre consentito la cattura atriale e la tempestiva soppressione della aritmia. La bassa intensità degli impulsi ha evitato in ogni caso la cattura ventricolare.
Conclusioni. Il PAT si propone come un valido mezzo terapeutico nelle SVT sostenute da rientro, insorte durante anestesia generale. La metodica è risultata efficace, sicura, nonché pratica e di facile applicazione.

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