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Minerva Anestesiologica 2002 September;68(9):645-9
Copyright © 2009 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
L’impiego del remifentanil per ottenere un campo operatorio esangue nella resezione del disco intervertebrale
Chillemi S., Sinardi D., Marino A., Mantarro G., Campisi R.
Anaesthetics and ICU Department Orthopaedics Hospital F. Scalabrino (IOMI), Messina
Obiettivo. Attualmente risultano sempre più evidenti la tendenza e la possibilità di ridurre la durata del ricovero ospedaliero per molti dei pazienti portatori di lesioni di interesse chirurgico, senza compromettere la sicurezza delle cure prestate e della dimissione precoce. In questo studio gli Autori hanno valutato l’uso della TIVA mediante propofol/remifentanil durante interventi di resezione del disco intervertebrale, eseguita con tecnica microchirurgica, per ottenere un campo operatorio esangue attraverso un’ipotensione controllata, allo scopo di ridurre i tempi chirurgici e quindi la durata del periodo di osservazione in sala di risveglio e la morbidità correlata all’anestesia.
Metodi. L’indagine è stata condotta nell’arco di 3 mesi presso una struttura dotata di 300 posti letto e riservata alle cure ortopediche, e ha visto coinvolti 50 pazienti in classe ASA I-II, che sono stati messi a confronto con un altro gruppo di 50 pazienti in classe ASA I-II, omogenei per età e sesso rispetto al primo, e operati con una TIVA standard, che prevedeva l’impiego di propofol e boli di fentanyl. La durata dell’anestesia e dell’intervento, i tempi di risveglio dopo interruzione della TIVA, l’incidenza della nausea e del vomito postoperatori, l’entità e qualità dell’analgesia postoperatoria, e la durata del periodo di osservazione in sala di risveglio sono descritti nella presentazione statistica dei dati.
Risultati. La durata dell’anestesia e dell’intervento risultò ridotta nei pazienti trattati con remifentanil rispetto a quella dei pazienti trattati con fentanyl, grazie alla facilità con cui venne ottenuta una stabile e protratta ipotensione controllata nel primo gruppo di pazienti, senza necessità di ricorrere ad altri farmaci. La rapida metabolizzazione del remifentanil da parte della colinesterasi plasmatica abbreviò i tempi di risveglio nei pazienti così trattati.
Conclusioni. Non venne osservata alcuna differenza fra i due gruppi di pazienti per quanto riguarda l’entità e la qualità dell’analgesia postoperatoria, mentre nausea e vomito furono più frequenti nel gruppo trattato con fentanyl, e i tremori prevalsero nei pazienti trattati con remifentanil.