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Minerva Anestesiologica 2001 October;67(10):737-43

Copyright © 2009 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Inglese

La malattia da decompressione in altitudine

Sallusti R., Ferraù S. *, Lozano Valdes A. *, Gonzales C. *, Jónsson M. **, Gullo A.

From the Department of Clinical Sciences Section of Anesthesiology, Intensive Care and Pain Clinic Trieste University School of Medicine, Trieste, Italy *Service of Hyperbaric Medicine and **Department of Internal Medicine University of Reykjavik City Hospital Reykjavik, Iceland


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La malattia da decompressione in volo altitudine-correlata (DCS), non è così comune come la DCS in corso di immersione sportiva o lavorativa, e non è frequentemente descritta in Letteratura medica. Benché i moderni aerei siano più sicuri ed affidabili, i passeggeri sono sottoposti allo stress dei voli ad altezza elevata, e la DCS da altitudine rappresenta pertanto un rischio per gli occupanti, in particolar modo per altitudini di 25.000 ft o superiori. Gli Autori descrivono la loro esperienza a proposito di due diversi incidenti coinvolgenti il pilota ed il navigatore di un volo dell’US Air Force, curati per l’insorgenza di una malattia da decompressione altitudine correlata di tipo II, presso il Servizio di Medicina Iperbarica del Landspitallin Fossvogur, City Hospital dell’Università di Reykjavick, Islanda. In entrambi i casi è stato applicato con successo il trattamento US Navy con Ossigeno tabella 6. In questo articolo vengono inoltre presi in considerazione la fisiopatologia, la presentazione clinica e la terapia della DCS, con particolare riguardo all’insorgenza della DCS durante il volo.

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