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Minerva Oftalmologica 2008 June;50(2):31-35
Copyright © 2008 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
TRATTAMENTO DELLA DACRIOCISTITE NEI BAMBINI AFFETTI DA SINDROME DI DOWN
Fimiani F., Carelli R., Boccuzzi D., Iovine A.
Dipartimento di Scienze Oftalmologiche Facoltà di Medicina e Chirurgia Università “Federico II”, Napoli, Italia
Obiettivo. Valutazione dei trattamenti medici e chirurgici della dacriocistite nei bambini affetti da sindrome
di Down Metodo. È stato effettuato uno studio retrospettivo su 157 pazienti con sindrome di Down, di cui 35 affetti da ostruzione del dotto nasolacrimale dalla nascita (60 occhi). Nei primi 10-12 mesi di vita è stato somministrata ai pazienti una terapia medica (collirio antibiotico e massaggio in regione del sacco lacrimale); tra i 12-18 mesi nei pazienti che presentavano reflusso lacrimale si è preferito ricorrere al sondaggioirrigazione (19 occhi). Tuttavia, recidive anche dopo sondaggio, hanno richiesto in quattro occhi (tre pazienti) l’intubazione bicanalicolare e in due casi una dacriocistorinostomia con intubazione bicanalicolare. Il tubicino è stato mantenuto in situ in media per nove
mesi. Risultati. Pur persistendo frequentemente congiuntiviticroniche ed epifora, in 23 pazienti (41 occhi)
il trattamento medico e il massaggio sono risultati efficaci nella risoluzione della dacriocistite: in 19 occhi (12 pazienti) è stato praticato il sondaggio delle vie lacrimali con risoluzione del reflusso in 13 occhi (sette pazienti), in quattro occhi (tre pazienti), invece, si è dovuto ricorrere all’intubazione bicanalicolare e in due occhi (due pazienti) alla dacriocistorinostomia con intubazione bicanalicolare per risolvere la sintomatologia. Conclusioni. L’ostruzione delle vie lacrimali è una
delle patologie oculari maggiormente riscontrate nei bambini con sindrome di Down, a causa delle complesseanomalie anatomiche del distretto nasolacrimale presente in questi bambini. Queste ragioni giustificano un atteggiamento terapeutico più aggressivo (dacriocistorinostomia e intubazione bicanalicolare). La precocità del trattamento è un fattore prognostico
favorevole.