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ARTICOLO ORIGINALE   

La Rivista Italiana della Medicina di Laboratorio 2019 Giugno;15(2):120-7

DOI: 10.23736/S1825-859X.19.00013-6

Copyright © 2019 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Italiano

Allergia alle arachidi: revisione della letteratura e descrizione di un caso clinico di grave reazione generalizzata in una bambina di 6 anni dopo il consumo di cibo manipolato dalla stessa persona che in precedenza aveva toccato con le dita arachidi tostate

Vittorio SARGENTINI 1 , Battista R. POLILLO 2, Rita SARACENI 1

1 Unità Operativa Complessa di Patologia Clinica, Ospedale San Filippo Neri, ASL Roma 1, Roma, Italia; 2 Servizio di Allergologia, Unità Operativa Complessa di Medicina Interna P.T.P., Nuovo Regina Margherita, ASL Roma 1, Roma, Italia



PREMESSE: Le arachidi appartengono alle leguminose con soia, lenticchie, piselli, fagioli e lupini. La prevalenza di allergia varia dallo 0,6% negli USA al 5,9% in Svezia. Sono considerate nel resto del mondo una comune causa di anafilassi, mentre nel nostro paese sono responsabili solo del 2% dei casi. Contengono 4 diversi gruppi di allergeni: una profilina (Arah5), una PR-10 (Arah8), una lipid transfer protein (Arah9) e proteine di deposito (Arah1, Arah2, Arah3, Arah6) con un gradiente di gravità incrementale. Diversi studi hanno dimostrato che un prick test >8 mm e un valore di IgE superiore a 15 kUA/l sono da considerarsi predittivi di gravi reazioni. Altri studi hanno dimostrato come solo Arah2 sia predittivo di gravi reazioni. I soggetti con allergia alle arachidi possono presentare nel 34% dei casi una cross-reattività allergica di tipo sintomatico verso un membro della frutta secca.
METODI: Presentiamo il caso di una bambina di 6 anni che ha avuto una reazione generalizzata (orticaria, angioedema e difficoltà respiratoria), con ricorso al Pronto Soccorso, dopo aver mangiato del cibo manipolato dalla mamma che aveva prima versato con le dita delle noccioline in una ciotola. La bambina aveva avuto un episodio simile ma di minore entità all’età di 18 mesi dopo aver mangiato per la prima volta delle arachidi e da allora non aveva più assunto questo alimento. La determinazione delle IgE specifiche (sIgE) per allergeni estrattivi e molecolari è stata eseguita, con tecnologia ImmunoCAP® (Phadia® 250. Thermo Fisher Scientific, Uppsala, Sweden). I risultati delle sIgE sono stati espressi il kUA/l di IgE allergene specifiche.
RISULTATI: Le sIgE per le arachidi sono risultate positive (8,48 kUA/l) ed elevati livelli di sIgE sono stati riscontrati per le storage protein Arah2 (10,0) Arah6 (5,28) e Arah1 (1,61). Sono invece risultate negative le sIgE verso Arah3, Arah8 (PR-10) e Arah9 (LTP) così come quelle verso la noce, la nocciola, il pistacchio, l’anacardio, la mandorla, la noce brasiliana e le relative componenti molecolari. Non sono stati eseguiti né i test in vivo né il test di provocazione orale in doppio cieco.
CONCLUSIONI: Il caso rappresenta un tipico esempio di allergia primaria alle arachidi. Le indagini molecolari hanno evidenziato una doppia sensibilizzazione ad alto titolo a due diverse seed storage protein dell’arachide (Arah2 e Arah6) appartenenti entrambe al gruppo delle 2s albumine. L’età di insorgenza della sintomatologia è stata entro i due primi anni, alla prima assunzione dell’alimento, ed il secondo contatto con allergene nascosto ha indotto una sintomatologia di maggiore severità. Il caso evidenzia una rara condizione di monosensibilizzazione alle seed storage protein delle arachidi senza cross reattività nei confronti di altre molecole simili.


KEY WORDS: Allergia alle arachidi; Proteine di deposito; Anafilassi

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